Anticrisi, oggi il nuovo decreto
Lo scudo fiscale non avrà effetto sui procedimenti già in corso, si ripristina il concerto del ministero dell'Ambiente per l'autorizzazione a nuove centrali, si attenua la stretta sulla possibilità di avviare indagini da parte della Corte dei Conti e si introducono norme sulle nomine per la Società Ponte Stretto di Messina. Sono le principali modifiche al decreto anti-crisi che arriveranno oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri con un nuovo provvedimento d'urgenza proprio mentre il Senato sarà impegnato a varare il decreto «base« dopo un nuovo, ormai scontato, voto di fiducia. E l'associazione della magistratura contabile avverte: se le correzioni al decreto arrivassero «anche un minuto solo dopo» la conversione in legge, si avrebbe «un effetto di sanatoria per le indagini». Tra le norme che invece non saranno corrette resta quella sulla tassazione delle riserve auree della Banca d'Italia e questo nonostante le forti perplessità espresse nei giorni scorsi dalla Bce, che in un parere parlava di «rischio» per l'autonomia finanziaria di via Nazionale. Ma dubbi arrivano anche dai tecnici del servizio Bilancio del Senato che ritengono la copertura del decreto anti-crisi che deriverebbe dalla tassazione delle riserve auree di Bankitalia di «dubbia validità». Inoltre la norma potrebbe generare contenziosi con altri soggetti. In ogni caso la norma non dovrebbe essere corretta. Correzioni arriverebbero invece sullo scudo fiscale che esplicherebbe i suoi effetti, ma con l'esclusione dei procedimenti in corso. Cioè, se si è già sottoposti a indagini o a un processo, lo «scudo» non sarebbe più praticabile. Non ci sarebbero invece nuove misure per rendere più agevole il rimpatrio dei capitali all'estero, come invece ipotizzato inizialmente. E anche sullo scudo fiscale i tecnici del servizio Bilancio del Senato esprimono dubbi riprendendo la posizione espressa dalla Corte dei Conti pochi giorni fa: «Come osservato dalla Corte dei conti — spiegano in un dossier — nella misura in cui la norma venisse percepita dai contribuenti come un segnale di indebolimento delle regole fiscali, potrebbe determinarsi una situazione nella quale — citando la Corte dei Conti — "gli effetti di deterrenza delle misure anti-evasione rischierebbero di essere largamente vanificati"». Modifiche in arrivo sulle nuove regole della Corte dei Conti in materia di danno erariale. La magistratura contabile nei giorni scorsi aveva lamentato il forte ostacolo a svolgere la propria attività solo in presenza di notizia «certa» di reato. Questa parte dovrebbe dunque essere limata dopo che anche il Quirinale sarebbe intervenuto in tal senso. I vertici dell'associazione magistrati della Corte dei Conti, in una conferenza stampa, sottolineano intanto la necessità di «una assoluta contestualità» nell'emanazione dei due provvedimenti. Ed avvertono che «anche un minimo disallineamento» comporterebbe «il rischio che le Procure chiudano» e «di una sostanziale vanificazione dell'azione di responsabilità»: «qualsiasi denuncia verrebbe ritenuta nulla». Insomma: potrebbero essere a rischio «10 indagini su 10». Per il segretario generale dell'associazione, Eugenio Francesco Schlitzer, «al momento è impossibile fare un conto: tutto ciò che non è ancora arrivato a sentenza definitiva viene colpito».