Quartieri senza posta da 1 mese
Venti giorni senza l'ombra del postino. A Roma l'estate di chi non è andato in vacanza registra anche il disagio dell'attesa della posta che non arriva, e magari ti tocca anche pagare la "mora" per il ritardo sulla bolletta: da Torre Angela al centro, passando per Prati e Appio, zone centrali come la periferia, pagano lo scotto di postini "novizi" che sostituiscono quelli in ferie, «spesso ferie forzate» mugugna un portalettere. A Torre Angela di postini così, che non conoscono le strade e nemmeno gli abitanti, in questo momento ce ne sono tre su quattro. Così se una lettera non è intestata al capofamiglia e sulla cassetta delle lettere il cognome della moglie non c'è, chissà dove va a finire la posta. Deve essere anche per questo se a Torre Angela, la zona vecchia di Tor Bella Monaca che sta ancora festeggiando l'oro nel nuoto della Fillippi, è insorto un condominio in via Raddusa. «Da venti giorni è sparito il postino, invece quello che ti consegna le multe viene sempre» spiega al telefono a Il Tempo un lettore, Silvio Iedda, facendosi portavoce delle lamentele degli altri inquilini, come l'anno scorso «quando mi sparirono tre Pin del bancomat, mai arrivati». A 300 metri c'è la posta di via Carlentini. Iedda c'è stato. «Ma il direttore m'ha risposto che dipende dall'ufficio recapiti di via Casilina» continua Iedda. «Sa quando mi risponderanno? - si chiede rispondendosi: - tra tre mesi, quando l'estate sarà passata». Cambi ferie, accorpamenti ma anche esternalizzazioni (anche se Poste italiane assicura che meno del 3% di quanto consegnato viene esternalizzato) peserebbero sui disservizi. Chi lavora sul campo spiega che tutto nasce dalla cosiddetta «taratura» dei tempi di consegna. E cioè dal calcolo del tempo reputato necessario per le diverse fasi di lavorazione della lettera: l'arrivo nell'ufficio, la presa in carico da parte del postino e la consegna al destinatario. Ebbene questi tempi sarebbero stati accorciati troppo rispetto al numero di postini presenti nell'organico. Per consegnare una raccomandata dal momento in cui si bussa alla porta sono stati stimati solo 1,5 minuti. «Ma è impossibile rispettare le tabelle imposte dall'azienda» dicono. Così nelle sei ore di turno diventerebbe impossibile consegnare il carico di posta che è enormemente aumentato (7 miliardi e mezzo di pezzi consegnati in Italia). L'arrivo del palmare è servito a poco. Secondo gli addetti funzionano molte volte male e il postino è costretto a digitare una serie di dati che gli portano via tempo. Risutato: per un'operazione di consegna si impiegano anche 5 minuti. Circostanze che fanno sì che una buona parte di lettere resta in giacenza negli uffici ed è realmente difficile verificare da quanto tempo non viene consegnata perché non esiste una data certa di ingresso della corrispondenza. L'unica missiva che non subisce ritardi è infatti la raccomandata che è una tracciatura di tempi precisa. Ma per consegnarle tutte quelle che ogni portalettere ha in carico spesso diventa una necessità riportare in ufficio la cartella con quella ordinaria quasi piena. Con il piano di razionalizzazione di Poste Italiane le zone da servire sono stata accorpate. Prima un impiegato consegnava le lettere solo nei condomini con i numeri pari della Via Appia. Oggi lo stesso postino deve fare anche i numeri dispari e le traverse laterali. Morale: quando come in questi periodi i dipendenti vanno in ferie e non vengono sostituiti dai cosiddetti trimestrali il sistema va in tilt. Le zone in cui sono segnalati i maggiori disguidi sono Roma Prati, Roma Appio e Roma Centro. Quelli in cui la concentrazione di uffici e abitazioni è talmente elevata da mettere in difficoltà chi recapita le lettere.