Dpef, sì di misura alla Camera
L'aula della Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza sul Dpef - l'ultimo prima della riforma della sessione di bilancio, assicura dal Senato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - firmata dai capigruppo del Pdl e della Lega a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto e Roberto Cota. Il testo, analogo a quello presentato al Senato, impegna tra l'altro il governo a «portare avanti con determinazione gli obiettivi e le linee di azione indicati nel Dpef per gli anni 2010-2013 e in particolare a proseguire nell'azione di contrasto della crisi economica e di stimolo all'economia reale, contenendo nel contempo l'andamento del rapporto debito/Pil». Il documento fra inoltre accenno alla necessità di realizzare «le opere strategiche per l'infrastrutturazione del Mezzogiorno d'Italia» con la presentazione di «uno specifico piano per la sua infrastrutturazione, al fine di promuovere lo sviluppo e la competitività internazionale». La risoluzione della maggioranza, in seguito ai rilievi sollevati dall'opposizione, impegna poi il governo - secondo la riformulazione che ha ricevuto il via libera dell'esecutivo - a trasmettere al Parlamento le delibere del Cipe citate nel testo del centrodestra, in modo che le commissioni competenti possano esprimere il parere come richiesto per legge. "Il Dpef testimonia dell'assoluto disastro a cui questa scellerata gestione del Governo Berlusconi ha portato questo paese. Basata guardare lo stato dei conti pubblici, basta vedere il costante aumento della pressione fiscale, i saldi tutti negativi, un spesa pubblica assolutamente fuori controllo". Lo afferma Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. «Nel frattempo - continua - non c'è niente di sostanzioso rispetto agli orientamenti e alle scelte che questo Governo avrebbe dovuto fare in una situazione di crisi. Il Mezzogiorno è una nebulosa senza contorni distinti e per questo noi abbiamo presentato una risoluzione e un emendamento. La manovra vera è stata fatta con l'assestamento - conclude Finocchiaro - e le norme più importanti sono contenute nel dl sulla crisi sul quale il Governo continua a giocare sulla pelle degli italiani. Questo Dpef è vuoto». L'Italia "non è in declino". Il sistema economico italiano "tiene" e va anche meglio rispetto ad altri paesi europei. Questo indica che "la scelta di fiducia e prudenza" fatta dal governo ha portato buoni risultati. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della replica in Senato sul Dpef torna a criticare i 'teorici del declinismo' e sottolinea che l'Italia ha retto bene l'urto della crisi. "Ci è stato detto - afferma Tremonti - che l'Italia è in declino, che non cresce" e altri paesi vanno meglio. "Ma - prosegue - la crisi ha evidenziato che quella crescita non era il prodotto strutturale, sostanziale, non era l'effetto delle riforme, ma quella crescita era prodotta dal debito. Dall'Islanda alla Spagna dal Baltico ai Balcani l'area della crisi si manifesta con intensità superiore a quella che si manifesta in Italia. Ci sono grandi paesi con una caduta del Pil maggiore e altri un pò diversa, ma la grandezza di riferimento indica la tenuta del nostro sistema". Questo indica, sottolinea Tremonti, che "la scelta di fiducia fatta dal governo è stata una scelta giusta, oggetto di consenso nelle tornate elettorali. Fiducia e prudenza - conclude - è una scelta che il governo intende continuare a fare".