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La Lega a caccia della Lombardia

Formigoni

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Richieste e trattative viaggiano sottotraccia. Ma da tempo nel Pdl si è aperto il capitolo delle regionali. Una discussione che ruota attorno ai rapporti tra Pdl e Lega. E riguarda soprattutto la presidenza di tre Regioni: Lombardia, Veneto e Piemonte. Mentre per il Lazio il centrodestra aspetta di sapere con chi deciderà di allearsi l'Udc. La partita al Nord si gioca sulla posizione della Lega che vuole a tutti i costi un Governatore, visto che non ne ha neppure uno. E la richiesta del Veneto, secondo alcuni esponenti del Pdl, sarebbe semplicemente un falso obiettivo. In realtà Bossi punterebbe alla Regione governata da ben tre mandati da Roberto Formigoni. «Potrebbe essere il motivo — ragiona Silvano Moffa, deputato del Pdl — per cui la Lega ha chiesto e ottenuto le presidenze di alcune Province proprio in Lombardia». Uno scenario che però deve tener conto del fatto che Formigoni sembra inamovibile dalla sua poltrona al Pirellone. L'unico modo per convincerlo a trasferirsi potrebbe essere quello di offrirgli un ministero. E non certo di secondo piano. E la scelta potrebbe cadere su quello degli Esteri, innescando una sorta di domino di poltrone. Perché a quel punto Franco Frattini verrebbe dirottato agli Interni e Roberto Maroni diventerebbe il candidato presidente al posto di Roberto Formigoni. Uno scenario non impossibile, di cui si è parlato in alcuni colloqui anche nelle settimane passate. Ma che ha un ostacolo enorme: gli ex di Forza Italia non sono disposti a lasciare per nessun motivo la presidenza della Regione. «Il partito è nato in Lombardia — spiega Gregorio Fontana, deputato «azzurro» del Pdl, bergamasco — qui prendiamo gran parte dei nostri voti. È una ipotesi che non sta in piedi. Quella presidenza va a noi, non c'è alcuna possibilità di cambiare». Più facile allora — anche se alla Lega il posto di Formigoni piace così tanto che potrebbe essere davvero tentata di lasciare un ministero per averlo — che il Carroccio al posto del Veneto ottenga da Berlusconi il via libera per correre in Piemonte. E il candidato potrebbe essere Roberto Cota. Situazione complicata anche per il Lazio. Uno dei candidati possibili è il senatore di An Andrea Augello. Al quale però, per giochi interni di correnti, proprio il suo partito ha contrapposto Giorgia Meloni, ministro della Gioventù. Candidature per ora sospese in attesa dell'Udc. Il partito di Casini potrebbe spostare nel Lazio parecchi voti e sarà decisivo sapere con quale delle due coalizioni vuole schierarsi. E nel caso la scelta cada sul Pd, il Pdl potrebbe lasciar cadere una candidatura politica e puntare su un nome nuovo, come fece il centrosinistra con Piero Marrazzo. Del quale, intanto, non è più così sicura la riconferma. Al suo posto, tra i Democratici, sta sempre più prendendo forza l'idea di gettare nella competizione il fresco eurodeputato David Sassoli.

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