"Il Cav venga al Sud così come all'Aquila"
«A questo punto lancio io una vera e propria richiesta al presidente del Consiglio: Berlusconi si assuma in prima persona la responsabilità della questione meridionale. La tratti come ha fatto in tante altre emergenze, vedi L'Aquila o Napoli. Venga a controllare i lavori ogni settimana e vediamo se le cose non si sbloccano». Iole Santelli, deputata del Pdl, calabrese doc e tra i parlamentari delusi dall'operato del governo nei confronti delle regioni meridionali, non usa mezzi termini e anzi va giù pesante. L'ex sottosegretario alla Giustizia ha il quadro chiaro e all'annuncio del premier di un piano nuovo per il rilancio del Mezzogiorno, dice «che ben venga, a patto che sia reale, perché finora non lo abbiamo proprio visto». Sta dicendo che non è stato fatto nulla per il Sud? «Sto dicendo che servono i fondi per poter dare alle regioni meridionali infrastrutture serie. Di certo non sono fondi che destabilizzano il governo. Vogliamo parlare per esempio della Calabria? Non abbiamo aeroporti, non abbiamo una rete ferroviaria nè autostrade. Non si può più continuare in questo modo». Berlusconi ha detto che però molte delle situazioni attuali dipendono anche da governi precedenti... «Sicuramente è così. Ma un governo, di qualsiasi natura sia, deve mettere tutti i cittadini nelle stesse condizioni, quelli del Sud con quelli del Nord. E ora non è così». Dal gruppo dei parlamentari scontenti l'accusa che si lancia a questa maggioranza è di essere "nordista". È davvero così o è solo una provocazione? «Guardi, il problema esiste. Spesso ci siamo trovati davanti a decisioni prese a livello nazionale da Roma che poco hanno tenuto conto delle realtà territoriali, delle regioni merdionali. Le posso fare un esempio?». Prego. «In tutti i grandi partiti di questo Paese non c'è un solo leader del Sud. Non uno. Sarà un caso? Non lo so, ma è così. E noi soffriamo per questo. Questo anche il limite evidente della classe dirigente meridionale. Quando si dice, il classico corto circuito delle persone a guida dei partiti politici». A questo punto il piano di rilancio del governo dovrebbe essere un buon punto di partenza. Per lei sarà sufficiente? «Non basta. Come detto, serve un'assunzione di responsabilità in prima persona del presidente Berlusconi. E poi il partito del Sud deve fare in modo che i soldi arrivino sul serio alle regioni meridionali. Penso ad infrastrutture non del Sud ma di tutta l'Italia, come ad esempio il porto di Gioia Tauro importante snodo per tutto il Paese. Inoltre ritengo che sicurezza e sviluppo del territorio siano il binomio vincente cui orientare soprattutto le nuove generazioni e che creare reali opportunità di lavoro per i giovani, evitando l'emigrazione di cervelli che ha impoverito il Mezzogiorno, sia il metodo giusto di lavorare. Credo inoltre che sia fondamentale smentire l'immagine di un Sud che convive passivamente con le organizzazioni criminali alle quali spesso viene assimilato». Si parla anche di una eventuale Cassa del Mezzogiorno... «Non voglio neanche sentirne parlare. Non credo possa essere una soluzione. Non credo ai prestiti nè alla Cassa del Mezzogiorno. Quella che c'era ha lasciato le fabbriche chiuse con tante persone a casa e senza lavoro. Quindi...». Lei più volte parla di un partito del Sud, auspicato e lanciato da Gianfranco Miccichè e che vede la partecipazione di alcuni parlamentari della maggioranza. Potrebbe essere davvero una soluzione? «Ho sempre creduto che il Pdl dovesse essere una federazione di partiti locali, dando la giusta attenzione al territorio, alle realtà locali, alle persone che vivono in quelle città. Finora questo lo si è visto poco, per lo meno con le regioni meridionali. In alcune realtà ci sono davvero situazioni insostenibili. Abbiamo bisogno di avere infrastrutture serie, a partire dalla Salerno-Reggio Calabria da decenni al centro di polemiche ma mai conclusa. E poi c'è bisogno di progetti governativi di immissione, disegnati sulle realtà territoriali facendo attenzione alle esigenze e alle caratteristiche diverse».