Schiaffo del Pdl al partito del Sud: "Non esiste nessuna fase due"
La «questione meridionale» continua ad agitare le acque del Popolo della Libertà. Nel partito di via dell'Umiltà tutti concordano sull'esistenza di un problema, avanzando ognuno dal canto suo proposte, ipotesi, protagonisti nuovi. Divisi fra chi reclama una fase due, chi esorta Giulio Tremonti a procedere sulla strada tracciata nella direzione di una cabina di regia, chi reclama maggiore spazio per la classe dirigente meridionale. Chi ritiene che una risposta in questo senso vada data è il gruppo di deputati del Pdl (l'ala più vicina a Gianfranco Fini) che ha tenuto ieri a Palermo un convegno con la volontà di lanciare un Pdl siciliano federato con il Popolo delle libertà nazionale. Per dirla con Carmelo Briguglio (fra gli organizzatori dell'evento insieme a Fabio Granata e Pippo Scalia), si lavora per dotare «il Pdl siciliano di uno statuto che porti all'elezione dal basso della sua rappresentanza». Il tutto mentre i capigruppo del partito, Cicchitto e Gasparri, annunciano che i gruppi alla Camera e al Senato stanno elaborando un documento politico-programmatico proprio sul Mezzogiorno. Ma il dibattito va avanti e la tensione sale. Tutto parte dal mal di pancia dei parlamentari meridionali (siciliani in particolare) e dell'Mpa che accusano il governo di essere attento solo ai problemi del Nord. Un malumore noto da tempo anche al presidente del Consiglio, tant'è che prima delle elezioni europee, ne aveva parlato più volte con alcuni esponenti del Pdl siciliano sottolineando l'importanza di trovare una soluzione al malessere del territorio. E ieri, mentre il premier ha lasciato la Capitale per passare il weekend ad Arcore, in un continuo tam tam di dichiarazioni a distanza sulla questione, è sceso in campo il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il quale prima chiarisce che non ci sarà «nessuna fase due per il governo» e dopo spiega: «Abbiamo sempre tenuto conto del Sud e sappiamo bene che non ha futuro se non ritrova la buona gestione ordinaria nell'amministrazione regionale e in particolare del settore sanitario». Parole a cui si aggiunge anche Maurizio Gasparri, confermando che maggioranza e governo sono pronti a confermare concrete iniziative per il Sud. «Cioè uso tempestivo e corretto dei fondi, regole nuove per evitare gli sperperi che ne hanno danneggiato l'immagine, apertura di decine di cantieri». All'origine della nuova questione meridionale si pone dunque anche la possibilità di dar vita a un Partito del Sud. L'idea, alla quale lavorano sia Gianfranco Micciché che Raffaele Lombardo, turba non poco il Popolo delle libertà. Proprio il leader Mpa, Raffaele Lombardo, in un'intervista al Tg3 ha confermato che le cose non funzionano e che la scelta di non partecipare venerdì scorso al voto di fiducia abbinato al dl anticrisi è un preciso segnale.