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«Riforma giusta, ma va migliorata»

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Pierluigi Celli, direttore generale della Luiss: «Bisognerà correggere i criteri di valutazione»

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.Pierluigi Celli, amministratore delegato e direttore generale della Luiss, giudica così le novità introdotte dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini nei finanziamenti alle università statali. «È un ottimo passo avanti — spiega l'ex direttore generale della Rai — finalmente si andranno a valutare gli atenei secondo criteri di merito». Eppure questa è una riforma che era stata preparata dalla sinistra. Solo che poi non l'ha portata avanti. Lei che spiegazione ne dà? «Dico che la sinistra ha sempre delle buone intuizioni, però poi le lascia mettere in pratica dal centrodestra. Non so, forse non c'è stato il coraggio di sostenerla fino in fondo». Le critiche, comunque, anche stavolta non sono mancate. Ad esempio sul fatto che i criteri di valutazione favorirebbero le facoltà scientifiche rispetto a quelle umanistiche. «Questo in effetti è uno dei punti deboli. Bisognerà correggerli, non è possibile applicare lo stesso metodo per tutti. Ma non c'è solo questo, è stato introdotto anche il principio che vengono premiate le università che hanno più professori di ruolo. È sbagliato». Perché? «Se l'università si vuole collegare al mondo del lavoro deve avere la possibilità di fare contratti anche a manager che vengono dalle aziende. È un modo per fare meglio lezione, per far crescere i ragazzi. Perché un conto è avere un professore a contratto diciamo così, di «risulta», un altro è avere un manager vero, un professore che, ad esempio, conosce il mondo dell'impresa. E questo dovrebbe essere uno dei fattori che vengono valutati in senso positivo e virtuoso. Invece mi sembra che sia stata introdotta una sorta di autotutela della categoria». L'introduzione di criteri di merito per ottenere i finanziamenti potrà mettere in concorrenza le università statali con quelle private? «Certamente, però credo che ci dovrà essere un passo successivo nel quale si introduce lo stesso criterio per finanziare anche le università private. Comunque la riforma così come l'ha presentata il ministro Gelmini è buona, ci sono le condizioni per arrivare finalmente a un cambio di passo. Certo se ne dovrà parlare ancora, ci dovranno essere modifiche. Per ora credo sia partita in modo sperimentale». Cosa pensa del fatto che La Sapienza a Roma abbia avuto un giudizio così negativo? «È un dato che ha sorpreso anche me. Perché conosco Frati e so che sta facendo un lavoro eccezionale, ha fatto sforzi enormi per migliorarla». E allora come spiega la bocciatura? «Probabilmente i giudizi sono stati stilati un po' troppo in fretta, con dati vecchi. Il governo ha voluto fare tutto di corsa».

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