Il Pd scarica Marino
Sembrava un fuoco destinato a spegnersi lentamente. Il Foglio pubblica una lettera, il protagonista spiega la sua versione dei fatti e tutti continuano a vivere felici e contenti. Non nel Pd. A via del Nazareno la vicenda che ha coinvolto Ignazio Marino imbarazza. Parecchio. Così, accanto a tiepide dichiarazioni di solidarietà, sono in molti a chiedere che il candidato alla poltrona di segretario del Partito Democratico fughi ogni dubbio. In fondo la missiva pubblicata venerdì dal quotidiano diretto da Giuliano Ferrara parla chiaro. Il centro medico dell'Università di Pittsburgh accusa il chirurgo di irregolarità amministrative per 8mila dollari. Anche per questo Marino ha dovuto lasciare i suoi incarichi, compreso quello di direttore dell'Ismett di Palermo. Il chirurgo si difende. Ammette le irregolerità e spiega che è stato lui a segnalarle per primo. Ma soprattutto punta il dito contro un contesto che ha cercato di metterlo da parte perché poco incline a favorire gli «amici di amici». Insomma, il candidato alla leadership del Pd è la vittima non il carnefice. Ma c'è un particolare. Quando Marino lasciò la direzione dell'Ismett nel 2002 in molti, soprattutto nel centrosinistra (ma anche l'allora Capo dello Stao Carlo Azeglio Ciampi) si stracciarono le vesti per l'ennesimo «cervello» costretto a lasciare il nostro Paese. Chissà come devono sentirsi oggi nello scoprire lo «scheletro» nell'armadio di Marino? E comunque, più del passato, pesa il presente. Marino ha ammesso le irregolarità e questo è un fatto rilevante per uno che, solo poche settimane fa, invocava la «questione morale» davanti al caso del coordinatore Pd indicato come il presunto stupratore romano. Al punto che basta leggere le dichiarazioni che arrivano dal partito per capire quanto la vicenda generi imbarazzo. Il gruppo Pd del Senato di cui il chirurgo fa parte se la cava con una nota comune del presidente Anna Finocchiaro e dei vicepresidenti Luigi Zanda e Nicola Latorre: «Respingiamo con fermezza ogni tentativo di infangare il profilo morale di Ignazio Marino. Lavoriamo quotidianamente da tre anni con lui. Lo conosciamo bene e il suo comportamento in Senato in ogni situazione è sempre stato impeccabile sotto ogni profilo». Perché riferirsi solo agli ultimi tre anni? E prima? Più diretto l'attacco di Rosy Bindi. «Non mi piace esser presa in giro - incalza l'ex ministro intervistata da La Stampa -, per ora vorrei la verità. E c'è un'ultima cosa che ricordo a Marino, che ha fatto della moralità un cavallo di battaglia: il Vangelo. "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non t'accorgi della trave che è nel tuo?"». Sulla stessa lunghezza d'onda Dorina Bianchi: «Ignazio Marino ha sostenuto che nel Pd esiste una questione morale di proporzioni enormi che andrebbe risolta, per cui ora farebbe bene a chiarire la sua posizione». Mentre Piero Fassino si augura «che questa vicenda sia chiarita senza ombra, senza dubbi e senza equivoci». E se Dario Franceschini fa sapere di aver telefonato a Marino, con un giorno di ritardo, per esprimergli la propria solidarietà, il diretto interessato parla di «una vicenda ampiamente chiarita». Peccato che i suoi colleghi di partito la pensino diversamente.