Sono 17 le aree naturalistiche a rischio-roghi
InSardegna (Sulcis-Iglesiente, Sarrabus-Gerrei, Gennargentu-Supramonte-Orosei, Monte Limbara, Costa da S.Teodoro a Portobello di Gallura-Bocche di Bonifacio), in Toscana (Alpi Apuane-Garfagnana e Maremma Tosco-laziale), la Murge e le valli fluviali Lucane tra Puglia e Basilicata, i monti del Matese tra Campania e Molise, i monti Lepini-Ausoni-Aurunci nella parte meridionale del Lazio, nel Cilento-Val D'Agri e Pollino (a cavallo tra Campania, Basilicata e Calabria), il marchesato di Crotone in Calabria, i monti Peloritani e lo Stretto di Messina, i monti Iblei tavolati di Ragusa, le Madonne, i monti Sicani e l'area di Capo San Vito in Sicilia. Oltre alla vegetazione nelle aree segnalate vivono «specie preziose» come gli anfibi (la rana di Lataste, la salamandra pezzata appenninica, il biscoglosso sardo) e rettili (come la lucertola delle Eolie), ma anche uccelli quali la colombella, il nibbio reale, e tra i mammiferi il cervo sardo, il capriolo italiano.