Misure necessarie per ripartire

La conversione in legge del dl 78, è stato possibile rimettendosi al giudizio del Presidente Fini, pronunciando il suo lodo sulla corrispondenza sostanziale tra il testo del Governo e quello predisposto dalle Commissioni referenti. Un arbitro dunque imparziale, volgarmente attaccato nelle dichiarazioni di voto contrario sia da Casini che da Bersani, che dai Di Pietristi, che senza mai perdere l'occasione di rinunciare al rispetto dovuto alla solennità dell'Aula, dimostrano di essere una minoranza disfattista e autoreferenziale. E il Governo è legittimato a far valere le sue posizioni di merito nel momento in cui pone la questione di fiducia, soprattutto quando dimostra di investire nelle forze vitali della società e dell'economia. Non serve come fa l'opposizione crogiolarsi in una visione catastrofista, perché il suo pessimismo non è altro che il riflesso della sua incapacità di capire ed interpretare questo Paese. Perché una società che non risponde ai suoi canoni è per la minoranza necessariamente condannata al declino. Il dl è sicuramente un provvedimento importante che giunge alla fine di un semestre durante il quale la struttura produttiva e dei servizi ha rischiato molto di più che il declino, fino a ritrovarsi adesso nelle condizioni di ripartire. Il Governo ha rifiutato, durante tutti questi mesi, un piano di risanamento e di sviluppo corredato dell’allocazione di risorse immaginarie, ma capaci di accendere la fantasia delle facili illusioni. L’esecutivo ha adottato una strategia dei passi misurati, intervenendo al momento opportuno ora in difesa delle famiglie più in difficoltà, ora garantendo il trattamento di integrazione salariale anche a quei lavoratori che ne erano privi, ora sostenendo alcuni comparti produttivi strategici. E sempre assicurando, ad ogni intervento, sia un equilibrio tra entrate ed uscite, senza dover aumentare le tasse e ridurre la spesa sociale, sia l’allocazione delle risorse disponibili sui punti di volta in volta prioritari, tanto al Nord, quanto al Sud. l decreto ha forza ed organicità, e mette in campo, insieme, una fiscalità agevolata per gli investimenti delle imprese, uno sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione, un allentamento del patto di stabilità con gli Enti locali, un meccanismo di rientro dei capitali con una misura corretta di prelievo e non contribuisce a coprire reati gravi. Ed infine questo è un Governo coraggioso perché ha affrontato, senza presunzione di completezza, il lungo e faticoso percorso della riforma previdenziale. Un sistema pensionistico che andrà sicuramente perfezionato e a cui vanno restituite maggiore flessibilità nelle scelte delle persone, maggiore equità e solidarietà nella tutela delle generazioni future, e per le lavoratrici il riconoscimento ai fini previdenziali e contributivi del periodo dedicato al lavoro di cura e alla famiglia.