Su Napolitano è scontro aperto tra Di Pietro e Partito Democratico

Motivodella polemica gli attacchi di Antonio Di Pietro al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Anche ieri l'ex pm non ha risparmiato critiche al Colle e ai Democratici e, rivolgendosi a Dario Franceschini, lo ha incalzato: «Va bene il rispetto delle istituzioni, ma non accettiamo la codardia e l'accondiscendenza a decisioni contraddittorie e incomprensibili, anche se provenienti dalla più alta carica dello Stato. Il segretario del Pd non si preoccupi del "come" fa opposizione l'Italia dei valori, pensi piuttosto a fare un po' di seria opposizione al governo Berlusconi, invece di stare con la maggioranza a spartirsi le poltrone della Rai. Il Pd faccia la sua scelta: se vuole accodarsi all'Udc e rinunciare all'alleanza con l'Italia dei Valori non deve fare altro che dirlo». Parole che hanno mandato su tutte le furie anche Massimo D'Alema. «L'onorevole Di Pietro la smetta - ha attaccato l'ex ministro degli Esteri a margine della presentazione di un libro al Gabinetto Vieusseux di Firenze -. Da membro dell'opposizione, trovo sinceramente che indirizzare l'attacco, in modo pretestuoso e anche volgare, contro il Capo dello Stato, è semplicemente un modo per aiutare il governo e il presidente del Consiglio a sollevarsi dalle proprie responsabilità». Secondo D'Alema il problema degli attacchi al Capo dello Stato, quindi, non riguarda i rapporti tra il Pd e l'Italia dei valori ma «riguarda la necessità per tutti di rispettare il ruolo del Capo dello Stato, nel suo ruolo istituzionale, ma anche il modo in cui concretamente il presidente Napolitano lo sta esercitando, con grande equilibrio e anche con grande rispetto formale e sostanziale delle norme e dei principi democratici».