Il premier pensa al fondo per il Mezzogiorno
Un fondo per il Sud. O forse una cabina di regia, come ama chiamarla Giulio Tremonti. Un coordinamento fisso. Insomma, lo si chiami come si vuole il dato politico è chiaro. Del Mezzogiorno se ne occuperà direttamente Silvio Berlusconi. L'intera materia tornerà a Palazzo Chigi. In una logica di concentramento e centralizzazione delle politiche che riguardano il Meridione. Almeno sembra questo il quadro che emerge al termine di un vertice che si è svolto a ora di pranzo a Palazzo Grazioli. Il capo del governo vede due dei tre coordinatori del Pdl (Verdini e La Russa, Bondi non c'era) e i capigruppo Gasparri e Cicchitto. E poi nel pomeriggio anche il ministro dell'Economia. Il punto principale resta ancora la piccola bomba che sta esplodendo all'interno del Pdl, con il partito del Sud capitanato da Gianfranco Miccichè. Non ci sono decisioni sancite, piuttosto viene fissata una direzione di marcia. Che riporterà alla presidenza del Consiglio la gestione dei fondi. Si tratta di un modello collaudato perché Berlusconi varò una decisione simile nei mesi scorsi sui finanziamenti alle infrastrutture: furono raggruppati tutti gli stanziamenti di legge obiettivo, fondi residui e project financing. In quel caso fu un braccio di ferro tra il titolare di via XX Settembre e il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, a spingere il premier ad avocare a sé la scelta politica. Allora i due ministri si contendevano la titolarità degli stanziamenti. Stavolta non ci sono due esponenti del governo a farsi avanti ma la decisione di riportare tutto a Palazzo Chigi è squisitamente politica. È un modo per ridare centralità al tema. D'altro canto di una cabina di regia e anche di una nuova Cassa per il Mezzogiorno aveva parlato lo stesso Tremonti nei giorni scorsi in più occasioni. La decisione istituzionale potrebbe essere rafforzato dal fatto che anche il Pdl potrebbe varare una scelta analoga, istituendo una consulta per il Mezzogiorno. All'interno del partito ancora si discute se sia il caso di cercare di ricomprendere il partito del Sud come se fosse una costola oppure se vada pensata come una formazione ormai antagonista. Già, il partito. Per il momento Berlusconi pensa a riconfermare il triumvirato. E ha esplicitamente detto di voler rinviare ogni nomina a settembre. Per esempio non si farà nulla sui coordinatori regionali, primo passo per cominciare poi a esaminare le candidature alle elezioni dell'anno prossimo. Si tratta di una partita delicata visto che più d'un ministro potrebbe candidarsi alla guida di una Regione e quindi i tasselli da mettere a posto sono vari. E certamente agosto non è il mese migliore per fare questo genere di passi. Berlusconi infatti sa che Fini, dopo le Europee, è deciso a un nuovo protagonismo. Quello che è accaduto proprio in Sicilia con il presidente della Camera che ha imposto un suo uomo come assessore della nuova giunta regionale, trattando direttamente con Raffaele Lombardo e scompaginando i giochi fatti da colonnelli e affini ne è la dimostrazione. Anche perché non è un caso che tutto parta e finisca al Sud. Nell'estremo Sud.