Il Pd batta Grillo al Congresso
Una decisione contestata dai vertici regionali e nazionali del Pd, che hanno dichiarato nulla la decisione del segretario del circolo campano. Beppe Grillo, da parte sua, ha annunciato che cercherà di raccogliere le 2000 firme necessarie per candidarsi alla segreteria e che, in ogni caso, parteciperà al congresso. Il Pd si avvia a chiudere questa vicenda invocando una questione di legittimità interna, con un conflitto ormai aperto sullo statuto stesso del partito. È probabile che Grillo resti iscritto per poche ore al Pd, ma la ferita è aperta ed è destinata a lasciare il segno nel dibattito congressuale. Si è detto che Beppe Grillo svolge il ruolo di agente provocatore per conto di Antonio Di Pietro; un fiduciario attraverso il quale l'Idv lancia l'Opa ostile al Pd, secondo gli annunci seguiti alle elezioni europee, nelle quali i democratici hanno ceduto molti consensi ai dipietristi. Probabilmente è così, e le difficoltà che il Pd incontra nell'affrontare Grillo sono le stesse vissute nel rapporto con Di Pietro: il Pd teme di liberarsi dalla morsa in cui la velenosa alleanza lo sta stritolando, impedendogli di dipanare una politica alternativa a quella di governo e Pdl. È impressionante sentire Dario Franceschini cavalcare il tema del conflitto di interessi e sostenere che il più grave errore del centrosinistra al governo fu nell’approvare una legge non-antiberlusconiana. Franceschini sa che per la maggioranza del Paese il conflitto di interessi non è tema decisivo, tanto che dal 1994 ad oggi gli italiani hanno incoronato vincitore per ben tre volte Silvio Berlusconi. Franceschini agita il tema del conflitto di interesse per attaccare Massimo D’Alema - che da primo ministro favorì l’approvazione di una legge sul conflitto di interessi condivisa con il centrodestra - e per il suo tramite lo sfidante Pierluigi Bersani, candidato dalemiano. Il quale, a sua volta, ha gioco facile nell’addebitare a Franceschini e a Veltroni le quattro sconfitte elettorali consecutive del 2008 e del 2009. In questo quadro ha gioco facile Beppe Grillo a irritare i vertici del Pd, fare un regalo a Di Pietro e tanta pubblicità a se per la prossima stagione teatrale. Invece di cercare la pandetta con cui dichiarare nulla l’iscrizione di Grillo, i candidati segretari del Pd sfidino il dipietrista apertamente, sul piano dei valori e dei principi. E sconfiggano insieme lui e il suo mandante: Antonio Di Pietro.