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Cresce nel Pdl il rischio di una secessione del Sud

Silvio Berlusconi

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Per ora sono tuoni lontani. Ma la bufera potrebbe arrivare presto direttamente a palazzo Chigi. Il partito — o i partiti — del Sud, rischiano di diventare la prima grossa grana che Silvio Berlusconi si trova ad affrontare dopo il successo del vertice del G8. Da una parte c'è Raffaele Lombardo e il suo Mpa, dall'altra Gianfranco Micciché, sottosegretario alla presidenza del consiglio, il quale per due giorni, ieri e giovedì, ha riunito a Sorrento un gruppetto di parlamentari per discutere della sua idea di dare vita a una formazione per il meridione. Per il momento sussulti, avvertimenti, piccole scosse. Ma il problema dell'Italia del Sud esiste. E il governo dovrà metterci mano prima che la situazione diventi ingestibile. C'è ad esempio la questione dei Fas (i Fondi per le aree sottosviluppate) che l'esecutivo non ha ancora sbloccato e che tutti i presidenti delle Regioni meridionali stanno chiedendo con insistenza. E c'è un problema politico nazionale perché il Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo ha già annunciato che in Parlamento non voterà più provvedimenti che possano penalizzare il meridione. Avvertimenti, piccole scosse. Che però si stanno moltiplicando. Basta vedere quel che ha organizzato Gianfranco Miccichè a Sorrento: una due giorni di preparazione al suo futuro movimento per il Sud alla quale hanno partecipato anche il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo e Antonio Martino. Insieme hanno mangiato al ristorante «Don Alfonso» a Sant'Agata dei Due Golfi, insieme, lì vicino, si sono riuniti per discutere. Da Antonio Martino sono arrivate le parole più pesanti verso il governo e verso Giulio Tremonti, in un'intervista a «La Sicilia». «Il Mezzogiorno — ha spiegato l'economista del Pdl ed ex ministro della Difesa — è fuori dagli interessi del vero centro del potere nel governo». Inoltre il ministro dell'Economia «pur essendo formalmente del Pdl, risponde di fatto alla Lega e perciò guarda solo agli interessi del Nord. E ciò risulta un gravissimo danno per il Mezzogiorno anche perché ci troviamo in un contesto in cui il ministro dell'Economia, dopo la riforma Bassanini, conta più del presidente del Consiglio». Poi le accuse puntano dritto a Silvio Berlusconi, colpevole, per Antonio Martino, «di non aver realizzato le grandi riforme promesse già dal 1994 e, anzi, ha attuato al posto della rivoluzione liberale una restaurazione conservatrice». Critiche da non sottovalutare visto che oltre a Micciché e a Lombardo anche il napoletano Amedeo Laboccetta ha rispolverato la sua associazione «Polo Sud», creata nel '95 e ora tornata a nuova vita. Tra l'altro il deputato di An è molto legato a Gianfranco Fini, a sua volta particolarmente sensibile ai temi del Sud. E se si pensa che tra i più attenti osservatori dei problemi del meridione c'è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si capisce come avvertimenti, scosse, sussulti non siano da sottovalutare.

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