"Colpa di Bossi se nascono questi partiti"

"Lega Italia si colloca tra la Lega e il Pdl per impedire al Carroccio di dettare l'agenda della politica italiana. Ecco perché siamo nati. Il nostro scopo è dare un'identità ideale al Pdl». A parlare è il Presidente della nuova formazione, Carlo Taormina. Avvocato, il 20 luglio presenterà a Roma Lega Italia. Qual è il vostro progetto politico? «Da quando Berlusconi è sceso in campo sono cambiate molte cose, ma oggi manca una politica liberale. Il liberalismo è assente nelle sue principali articolazioni ideali. Oggi manca un partito che sia garante e custode dei principi del liberalismo italiano ed europeo. Ecco perché abbiamo ritenuto di formare questo nuovo soggetto. La nostra non è un'iniziativa inutile. Non avremmo fatto nulla se non avessimo constatato che i valori in cui crediamo sono sistematicamente calpestati. Oggi ci troviamo di fronte ad una grave crisi. Questa situazione, invece di essere governata con i principi del liberismo economico, viene trattata con i metodi del vecchio assistenzialismo e con l'intromissione dello Stato nell'economia. Il nostro principio guida è quello dello "Stato leggero"». Pensa che l'azione del governo sul Sud sia deficitaria? «C'è un abbandono sistematico del meridione su tutto, anche sulla criminalità organizzata. Le diatribe alle quali stiamo assistendo in questi giorni non hanno nulla a che fare con i problemi del sud».  Pensa che dopo le prossime elezioni regionali le polemiche su questi partiti verranno dimenticate? «La ragione per la quale nasce Lega Italia è seria. Vogliamo affrontare i problemi italiani. In Italia c'è un deficit di democrazia non più tollerabile. Le ragioni di questa crisi sono il bipartitismo e l'eccessiva personalizzazione della vita politica. In Italia ci sono politici che non sono rappresentativi in quanto nominati. Di fronte alla mortificazione del Parlamento abbiamo bisogno che tra Pd e Pdl si formino dei soggetti politici cuscinetto che riequilibrino il sistema impedendo che il partito vincente sia un partito pigliatutto. La nostra collocazione è tra la Lega Nord e il Popolo delle Libertà». Lei ha presentato il nuovo soggetto politico come il superamento della cultura secessionista e separatista. Cosa ne pensa di questa inflazione dei partiti del meridione? «Il motto con il quale ci presenteremo lunedì prossimo è quello di dire "Né Lega Nord, né Lega sud, ma Lega Italia". La grande responsabilità del Carroccio è di aver inserito il separatismo nel dibattito politico per poi arrivare alla secessione. Il dibattito che si è aperto con il Partito del sud lo conferma. Il meridione è stato trasformato nella discarica d'Italia, i suoi problemi sono stati messi in secondo piano. E questa è una delle responsabilità della Lega». Perché Berlusconi ha rotto con l'Mpa? «Qui c'è stata la rivolta del Sud. Non è casuale che lo stesso Gianfranco Miccichè, da sempre vicino a Berlusconi, abbia pensato di creare il partito del Sud. Quello che vediamo in Sicilia è un vero e proprio guazzabuglio. La politica del Governo sul meridione è deficitaria». Crede che il Partito del Sud nasca con l'obiettivo di arginare l'Mpa? «Con questa iniziativa, l'influenza di Lombardo nel sud potrebbe essere arginata. Ma non so se questa mossa sia in funzione anti-Lombardo. Il fatto stesso che il leader dell'Mpa abbia tolto il sostegno al Pdl significa che ha visto nell'azione del Pdl una minaccia alla sua sopravvivenza». Gli uomini dell'Mpa criticano gli esponenti vicini a Berlusconi dicendo che sono stati loro ad aver guastato i rapporti con il partito di Lombardo.  «Non è una tesi credibile. Berlusconi non si fa influenzare dagli altri e sicuramente elabora ogni scelta autonomamente. Devo ancora conoscere qualcuno che dice a Berlusconi cosa deve fare. Se Berlusconi avesse voluto recuperare il suo rapporto con l'Mpa lo avrebbe fatto prima». Vede un Masaniello all'orizzonte? «No, non vedo nessun Masaniello. Con Berlusconi una figura del genere non avrebbe alcuna probabilità di successo».