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«Già liberi? Assurdo, c'erano le prove e dovevano restare dentro»

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.Preoccupati. Arrabbiati. Una reazione naturale da parte dei cittadini derubati che, ieri mattina, hanno letto sui giornali dell'arresto dei ladri e, ieri sera, hanno appreso della loro scarcerazione. Neanche il tempo per rallegrarsi del buon lavoro fatto dagli investigatori ed ecco l'amara delusione di una Giustizia che non fa più giustizia. «Già scarcerati? Non fanno in tempo ad arrestarli che li rimettono in libertà - sbotta Claudio Giordano, 56 anni, proprietario insieme con la moglie Amelia della profumeria di piazza Cesare Battisti, ad Anzio - Noi siamo aperti solo da un anno ed è il primo furto che subiamo. Un colpo sventato, per fortuna. Era il 30 giugno. Erano partiti per svuotare il negozio, ma è scattato l'allarme, abbiamo chiamato il 112 e i carabinieri dopo un minuto erano qui. Quindi i ladri sono dovuti scappare, lasciando incompiuto il "lavoro". Ora, però, siamo preoccupati, questa notizia che lei ci ha dato non ci lascia certo sereni. Perché? Perché questo esercizio gli ha creato "problemi", diciamo così, e quindi potremmo essere oggetto di ritorsioni, anche se credo che gli autori dell'incursione siano già ben lontani ormai. Un italiano è facilmente reperibile. Invece, non essendoci un reale censimento degli stranieri, se hanno fatto qualcosa di male è chiaro che si diano alla fuga facendo perdere il prima possibile le loro tracce». Un altro dei numerosi obiettivi della banda romena è stata la profumeria «Limoni» di Genzano. Anche in questo caso, l'indignazione è mescolata alla paura. «Sono senza parole, ieri ho visto le immagini alla tv ed eravamo tutti sollevati - spiega Silvia, 29 anni, una delle tre commesse - A giugno siamo stati derubati due volte in venti giorni, il primo e il 22, e hanno portato via tutto. Questo negozio per noi è come una seconda casa e ora che quei signori sono di nuovo liberi temiamo che non si faranno scrupolo di tornare a rubare da queste parti». Non chiedono l'ergastolo, non sono forcaioli o giustizialisti i commercianti vittime della gang di stranieri venuti dall'Est. Vogliono, o meglio vorrebbero, solo giustizia: «Io penso che si è innocenti fino a prova contraria, però in questo caso c'erano filmati e foto - sottolinea ancora il signor Giordano - e, di conseguenza, era giusto tenerli dentro».

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