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Atteso da tempo, finalmente il cosidetto codice delle autonomie firmato Calderoli è stato approvato ieri mattina in consiglio dei ministri.

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Orail testo dovrà passare all'esame delle autonomie che già esprimono perplessità. Nei 36 articoli che compongono il testo si parla delle funzioni fondamentali di Comuni, province e città metropolitane prevedendo l'assegnazione di nuove risorse. Si parla dei costi della politica attraverso una ridefinizione del numero dei consiglieri comunali e provinciali in base al numero degli abitanti ed è prevista anche una drastica riduzione degli enti intermedi, con la soppressione dei difensori civici, delle comunità montane e isolane e anche delle circoscrizioni di decentramento comunale, dei consorzi e dei bacini imbriferi montani; in totale — la stima è dell'Anci — gli enti intermedi sono 6.700. Uno specifico capitolo è dedicato ai piccoli comuni per i quali si incentiva la gestione associata delle Unioni. Lo schema di disegno di legge prevede anche il riordino del sistema dei controlli interni. Sembra al contrario ancora da definire un'intesa sulla definizione del potere legislativo delle Regioni in relazione alle nuove funzioni fondamentali degli enti locali. «Con l'eliminazione dei cosiddetti Enti inutili — ha detto il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli — ci sarà una riduzione dei costi per la macchina pubblica ai massimi livelli. Della quantificazione del risparmio se ne occuperà la Ragioneria ma possono dire che si tratta di diversi miliardi». Soddisfatto anche il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto: «Siamo sulla strada giusta; mi auguro che si apra, sin d'ora, una fase più avanzata di elaborazione comune che veda ancora Governo, Regioni ed Enti Locali dialogare positivamente su un progetto di riforma condiviso». Più cauti i rappresentanti degli Enti locali, a cominciare dall'Anci, che parla di «luci e ombre». Per il presidente delle Regioni, Vasco Errani, nulla è ancora scontato: «La Conferenza delle Regioni - dice - si riserva un esame puntuale del Codice e la presentazione di eventuali proposte modificative o integrative per dare maggiore efficacia e funzionalità alle norme previste».

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