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La famiglia in lacrime: "Diteci che scherzate"

Alessandro Di Lisio, il parà ucciso in Afghanistan

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Anche il Molise ieri ha pagato il suo tributo di sangue. Con un prezzo altissimo. Il corpo del giovane Alessandro Di Lisio, seppur temprato da anni al servizio della Patria, non ha retto all'ennesimo vile attentato. Alessandro aveva solo 25 anni. E, come si è soliti dire in questi casi, una vita davanti. Aveva una famiglia e una intera comunità, quella di Oratino, piccolo centro alle porte di Campobasso, che era orgogliosa del proprio «figliolo», impegnato a portare la pace nel mondo. Alessandro era fidanzato con Mariangela, conosciuta durante la sua permanenza alla caserma «Briscese», in provincia di Verona; e lei, ieri, non appena ricevuta la notizia, è salita in macchina ed ha percorso circa 900 chilometri per raggiungere i familiari del suo amato. E poi c'erano i sogni. I sogni di un ragazzo che aveva appena incominciato ad affacciarsi alla vita. Chissà, forse ieri mattina, Alessandro stava proprio pensando ai suoi sogni, al ritorno a casa, al concorso che recentemente aveva fatto in Polizia, alla sua ragazza. Sogni che sono stati frantumati, in una «ordinaria» mattinata di follia afghana, da quell'attentato che lo ha strappato troppo presto alla vita. La notizia della sua morte subito ha fatto il giro del paese. Dove pochi, ieri, hanno avuto voglia di parlare. Tutti distrutti da quella morte assurda avvenuta a migliaia di chilometri di distanza. La sua famiglia si è barricata dietro quel terribile e straziante dolore che solo la morte di un figlio può procurare. «Non posso crederci, non è vero, forse è uno scherzo? Ditemi che è uno scherzo, vi prego», sono le parole pronunciate dal padre Nunzio al sindaco di Oratino, Orlando Iannotti, dopo aver appreso la notizia. «Era ripartito dieci giorni fa dalla licenza e avvertiva che qualcosa sarebbe accaduto - ha continuato il padre - la guerra, mi aveva detto, si era fatta dura». Trincerate nel dolore anche la mamma Addolorata che nel lungo pomeriggio di ieri ha «urlato» più volte il nome di suo figlio e le sorelle Maria e Valentina. Un ragazzo come tanti, Alessandro, vivace, allegro, solare e che come la maggior parte dei suoi coetanei utilizzava il noto social network Facebook per comunicare con gli amici. Proprio ultimamente Alessandro aveva scritto: «Mancano soltanto tre mesi di guerra...solo tre mesi».  

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