Afghanistan, ucciso un altro italiano
Un boato. Il mezzo militare che schizza via investito da una palla di fuoco e polvere. E sopra il cielo dell'Afghanistan sventola un'altra bandiera nera. Il venticinquenne primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio è stato ucciso in un attentato. È la quattordicesima vittima italiana dal 2004, anno di inizio della missione Isaf. Altri tre paracadutisti sono rimasti feriti: uno solo è grave e tutti sono fuori pericolo. A circa cinquanta chilometri a nord-est di Farah, nella zona occidentale del Paese, Di Lisio era impegnato con un gruppo di commilitoni a raggiungere una caserma afghana che aveva chiesto rinforzi, a causa del costante attacco dei ribelli. Il militare italiano faceva parte dell'ottavo genio guastatori della Folfore, di un team specializzato nella bonifica delle strade prima del passaggio di convogli militari e diplomatici. Proprio un ordigno improvvisato, ma ad altissimo potenziale, ha innescato l'esplosione che ha investito la pattuglia dei parà della Folgore e del Primo reggimento bersaglieri. Il convoglio attaccato era composto da blindati «Lince» con un equipaggio di cinque uomini e corazzati cingolati «Dardo» con un equipaggio di tre persone. È stato il primo mezzo, un «Lince», a essere travolto dall'ordigno che ha ucciso Di Lisio, morto per le ferite all'ospedale di Farah, dove era stato immediatamente trasportato. I suoi cari (i genitori, le due sorelle e la fidanzata) sono sotto choc a Campobasso, dove il ragazzo viveva fino a quattro mesi fa, prima della chiamata per la missione afghana. La notizia della morte del soldato è arrivata in una giornata cruenta per le forze internazionali. Gli Usa hanno perso due marines e sei civili ucraini che rifornivano le truppe britanniche sono morti nello schianto di un elicottero Mi-23 abbattuto dai talebani, che ha anche ucciso un bambino afghano nell'impatto a terra. «Il peggior timore che avevamo purtroppo si è verificato», ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, appresa la notizia dell'attentato ai militari italiani e facendo riferimento all'escalation di attacchi avvenuti negli ultimi mesi in Afghanistan. Ora - ha sottolineato La Russa - sarà necessaria un'ulteriore riflessione sui mezzi e sulle attrezzature» in dotazione al contingente italiano. Inoltre, il ministro ha ipotizzato un diverso utilizzo dei cacciabombardieri Tornado schierati ora solo con compiti di ricognizione. Secondo La Russa è forse giunto il momento di «riflettere» su un eventuale loro impiego per copertura aerea armata per aumentare la sicurezza dei militari impegnati in Afghanistan. «Devo confermare che la natura della missione non cambia», ha detto ancora La Russa che anticiperà una sua visita a Herat, che aveva programmato per i prossimi giorni, per «verificare di persona» la situazione sul campo. Gli attacchi ai militari italiani si sono infatti intensificati negli ultimi due mesi diventando sempre più subdoli e imprevedibili, a mano a mano che il clima nell'area si surriscalda per l'avvicinarsi della data delle elezioni in Afghanistan, il 20 agosto. Gli attentati come quello di ieri però, secondo il generale Marco Bertolini, capo di Stato maggiore della missione della Nato in Afghanistan, non sono «azioni mirate contro le unità italiane in quanto tali ma contro le forze della Nato in generale». Lo dimostrano, ha spiegato Bertolini, «le numerose perdite subite da altri contingenti negli ultimi giorni con specifico riferimento alla vicina provincia di Helmand». In particolare, spiega, «l'unità alla quale apparteneva il primo caporal maggiore Di Lisio era impegnata per il controllo di un difficile tratto di strada utilizzato dagli insorti per effettuare imboscate esplosive contro le unità afgane e di Isaf. Nella provincia di Farah, come Bala Morgab ed a Kabul, nelle aree di responsabilità italiana, le nostre unità sono impegnate a supporto dell'esercito afgano per garantire la libertà di movimento alla popolazione locale lungo importanti assi stradali». Oggi il ministro della Difesa riferirà alla Camera sull'accaduto in una informativa urgente, mentre la Procura di Roma ha già aperto un fascicolo per omicidio, tentato omicidio e attentato per finalità terroristiche. Intanto dolore per la morte di Di Lisio e il ferimento dei tre militari è stato espresso dal presidente della Repubblica Napolitano che ha anche auspicato «larga comprensione e condivisione nell'opinione pubblica italiana per quel che riguarda la necessità di portare avanti l'impegno in Afghanistan, insieme alla comunità internazionale nell'interesse di ciascun Paese, che è sempre esposto ai colpi del terrorismo internazionale e lo sarà finchè non saremo riusciti a sradicare alcune centrali e a rimuovere alcune cause». La commozione per la morte del giovane e la necessità «di proseguire nella missione di pace in Afghanistan per la stabilità di un'area strategica» è stata ribadita anche dal presidente del Consiglio Berlusconi.