Ostili al confronto delle idee
Come fare politica senza candidarsi, oppure farlo con la presunzione di essere l'unica scelta possibile. Non solo, ma con l'arroganza di chi, sentendosi la diretta emanazione della verità, non accetta confronti o critiche. Poi ci sono i discepoli, pretoriani del grande capo, pronti a scagliarsi contro chi osa contestare la divina emanazione della verità assoluta. Senza tanti preamboli stiamo parlando di Beppe Grillo che novello Paolo di Tarso, si è convertito al Pd. Non solo vuole aderirvi ma vuole guidarlo. Anzi deve guidarlo. A noi francamente importa poco se il partito di Franceschini accetterà o meno di avere tra gli aspiranti alla segreteria anche l'ex comico. Anzi, avendo scelto di chiamare la piazza a eleggere il segretario, potrebbe anche accettare che tra i contendenti ci sia pure Grillo. Quello che non è tollerabile è che se qualcuno osa contestare il santone si trovi immediatamente accusato delle peggiori nefandezze. Venga insultato al limite della minaccia, o addirittura invitato al suicidio. Ci sono personaggi che possono giudicare e condannare chiunque, ma guai ad avanzare qualunque osservazione contro di loro. Una colpa tanto grave da non poter essere perdonata. I guardiani della rivoluzione iraniani sembrano dei pacifisti rispetto agli invasati grillini. Così un nostro giornalista, Stefano Mannucci, che aveva liberamente avanzato i suoi personali rilievi su Grillo è stato tempestato da centinaia di messaggi. Un dato quasi comune, ci sono naturalmente delle eccezioni, è l'intolleranza. L'ex comico non si può criticare. Ma in fondo non è tutta colpa dei pretoriani. Anche loro sono figli di una politica, che soprattutto a sinistra, non accetta le regole democratiche dei numeri. Con una superbia culturale che non rispetta l'avversario. Una presunzione che non vuole il confronto ma semplicemente la condanna delle idee diverse. Che vede in Berlusconi il nemico e che seleziona gli amici proprio dal grado di ostilità manifestata contro il premier. Per principio non sui fatti. Non è un caso che la benedizione a Grillo sia arrivata da Di Pietro. Che rivendica la palma del più antiberlusconiano della politica italiana. I grillini, cioè i seguaci del santone, sono l'espressione più plateale di una mentalità. Il risultato di una politica che non sa proporre, ma solo contestare. Meno male che, per le cose serie, come il governo del Paese, gli italiani abbiano delegato altri.