"Era calmo, ma quando aveva i 5 minuti..."
«Partecipava sempre alle riunioni di condominio assieme al padre. Non ne saltava una. Era una persona tranquilla ma ogni tanto gli prendevano i "cinque minuti" e diventava veramente aggressivo». Alcuni condomini ricordano così Luca Bianchini, l'uomo accusato di essere lo stupratore seriale dei garage, che fino a poco tempo fa abitava coi genitori nella palazzina di via Durban, al Torrino, prima di trasferirsi a Cinecittà, in via Eudo Giulioli. Da quando Luca è stato arrestato nessuno ha più incontrato i genitori. «Non si fanno più vedere - dice un vicino - non posso ancora credere a quanto è successo». Sono ancora sbalorditi per le accuse rivolte a Bianchini. La maggior parte preferisce non commentare. Ma altri ricordano con inquietudine la convivenza nello stesso palazzo con il presunto stupratore. «Avevamo avuto alcuni problemi sia con lui che con il padre, quando era amministratore del condominio - racconta un vicino - ma mai avremmo pensato ad una cosa del genere». I residenti di via Durban lo ricordano come un tipo mite, tranquillo, accompagnava sempre il padre, che lo aveva introdotto anche nella vita politica. Luca, infatti, era diventato coordinatore del circolo Pd del Torrino. Ci sono però alcuni condomini che tratteggiano un quadro più fosco nel rapporto tra Luca e il genitore. «Era succube di un padre padrone che a volte lo trattava male», raccontano. In passato c'erano stati numerosi litigi proprio per l'amministrazione dell'edificio in cui abitava Bianchini con la famiglia. Cose che però accadono in tutti i condomini, niente che avrebbe potuto far pensare ai reati che vengono oggi contestati a Bianchini. Tra i vicini c'è anche chi, dopo l'arresto, non ha riconosciuto il ragazzo che abitava al Torrino: «Pensavo fosse un omonimo - dice una signora - è cambiato molto da quando abitava qui. Sembra un'altra persona».