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Berlusconi: "Dopo il G8 rivoglio la Champions League"

Silvio Berlusconi al summit del G8 dell'Aquila

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Dopo il G8, il Milan. Dopo Obama, Luis Fabiano. Silvio Berlusconi incassa il successo del G8, si gode i giornali che sono diventati all'improvviso mielosi. Zeppi di complimenti come non si vedeva da qualche mese. E anche quelli esteri che non riescono a trovargli un difetto. Così, nel suo lungo week end milanese il premier prova a lanciarsi in un'altra missione impossibile: resuscitare il Milan. Il Milan, la vecchia passione. Il centro e il luogo del mondo berlusconiano, il termometro dell'umore del Cavaliere. Non è un caso che il momento più basso che il temperamento di Berlusconi abbia subito sia stato quel giorno allo stadio di metà maggio. La sconfitta in casa con la Roma. Gli striscioni dei tifosi, gli insulti a Maldini e il monumento dei rosseneri che se la prendeva per la società per non essere stato difeso adeguatamente. Ecco, in quei giorni impazzava Noemi su giornali. Quella mattina Repubblica aveva pubblicato l'intervista a Gino Flaminio, l'ex fidanzatino della ragazza napoletana. Sembra un'altra epoca. Il Berlusconi che torna ad Arcore dopo il summit di L'Aquila è un altro Berlusconi rispetto a quello di una settimana fa che proprio a Villa San Martino si era rinchiuso per studiare gli ultimi dossier del vertice. Ringalluzzito. Entusiasta. Raggiante. «E ora ci voglio mettere la testa», ripete. I collaboratori sanno che quel mettere la testa significa che la ricreazioni è finita. Ha delegato ad altri e s'è visto. Il Milan ha chiuso il bilancio 2008 con un bel buco di 66,8 milioni. Ha dovuto vendere il suo pezzo pregiato: Kakà. Volato a Madrid. Non ha fatto acquisti ad eccezione di Thiago Silva. Si ritrova colmo di vecchietti soprattutto in difesa, il perno del centrocampo - Pirlo che potrebbe seguire l'ex tecnico al Chelsea - sta per essere venduto. Che c'entra con la politica tutto ciò? C'entra. Provate a togliere i nomi dei giocatori e a metterci quello dei politici: la situazione è la stessa. Certo, il Milan sta messo pure peggio del Pdl. Berlusconi è rimasto choccato quando ha visto i dati degli abbonamenti: per i rossoneri siamo a quota mille, i cugini dell'Inter sono arrivati a 23mila. Ed è proprio per questo che comincia da lì. Ma quello che farà sui rossoneri lo riproporrà sul partito e sul governo. Ora se ne occupa lui. Quando fa così significa che va sul posto. Come per Napoli coi rifiuti. O come per L'Aquila per la ricostruzione. E così, pranzo a Milanello. A tavola con i giocatori e lungo colloquio con Leonardo, il nuovo allenatore che il Cavaliere ha voluto al posto di Carlo Ancellotti. Berlusconi sa bene che il modo migliore per rianimare i suoi è fissargli degli obiettivi. Quando è su di giri, sono obiettivi impossibili. Visionari. «Riconquisteremo la Champion League», promette. Come? Nessuno lo sa. Anche perché Berlusconi non ha tanta voglia di mettere mano al portafogli. Del Milan possiede il 99,3% e nel recente passato ha pensato a cedere. Vendere. Non tutto ma almeno una quota. Ma sul mercato non ha trovato nessuno. Gli tocca metterci la testa sul Milan. Ai giocatori «ho detto cose diverse - ha spiegato - affinchè si possa veramente innestare un'altra marcia rispetto al passato, con qualche innovazione tattica e sempre con la grande volontà di fare il Milan». Insomma, «di scendere in campo e divertire, di essere padroni del campo e del gioco, e di giocare anche con qualche ragionevole tattica che l'anno scorso non è stata applicata». In serata si è andato a vedere la prima amichevole, Varese-Milan. Un modo per testimoniare che lui c'è. Tutto osserva e tutto controlla. Dopo toccherà al Pdl. Berlusconi se n'è occupato poco nelle ultime settimane. E anche qui si vede. Un gruppo di dirigenti vuole fare il partito del Sud, clima da rissa dopo le elezioni per le nuove giunte, proteste ovunque. Il triumvirato sembra avvicinarsi al tramonto. Infine il governo. Smentita l'ipotesi di un vicepremier donna. Possibile invece che si faccia un rimpastino, magari con qualche volto femminile in primo piano. Si vedrà. In questo momento Berlusconi è talmente ottimista che è capace di qualunque cosa.

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