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Silvio dialogante su pensioni e Dpef

Silvio Berlusconi al summit del G8 dell'Aquila

Badanti in regola con 500 euro

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Il dialogo con l'opposizione e le parti sociali «è necessario» per affrontare la «difficile situazione in cui si trova il paese e per ora sta andando avanti bene, soprattutto con i rappresentanti degli Enti locali». Era il 5 giugno 2008 quando Berlusconi pronunciava queste parole. Affermazioni nelle quali il premier credeva sul serio. Lo scenario ora è un po' diverso, per lo meno in parte. Con un dialogo che, a fronte di tutto quello che è successo negli ultimi mesi, con l'opposizione all'attacco del premier sul piano personale, sembra sempre più lontano. Tanto che, chiudendo i lavori del G8, pungolato proprio su questo e cioè se sarà possibile a questo punto rilanciare un confronto con l'opposizione, Berlusconi ha replicato secco: «Se cambiamo opposizione, forse sì». Cosa diversa, invece, il confronto con le parti sociali. Berlusconi sa che il dialogo con i sindacati è fondamentale. Ora più che mai. All'indomani del vertice dei Grandi all'Aquila, avendo vinto una sfida del tutto personale, sul suo tavolo c'è un ampio dossier economico, tra l'altro prossimo alla scadenza. Innanzitutto, c'è il Documento di programmazione economica e finanziaria. Mercoledì prossimo sarà convocato il Consiglio dei ministri in cui il Dpef, il documento di programmazione economica e finanziaria, dovrebbe essere approvato. Il testo è già pronto e doveva essere varato già la scorsa settimana, ma la riunione è stata rinviata per via dei lavori del G8. Il quadro macro-economico è ormai nelle sue linee generali delineato: come ha già detto Berlusconi, il deficit è destinato a salire al 5%, anche in conseguenza di un crollo delle entrate fiscali di 37 miliardi di euro. Negativo pure l'aggiornamento sul Pil, che dovrebbe registrare un calo intorno al 5%. Il Dpef arriverà con un ritardo di qualche giorno rispetto alla tabella di marcia prevista, così come accaduto altre volte in passato: la scadenza infatti per la presentazione in Parlamento era il 30 giugno. Le Camere comunque sono in allerta e l'avvio dell'esame del testo è previsto per l'inizio della settimana. Sul tavolo del presidente del Consiglio c'è poi la questione delle pensioni. Dopo la recente tirata d'orecchie di Bruxelles sull'adeguamento pensionistico tra uomini e donne, e dopo la frenata di Berlusconi in («Bisogna essere realisti, non è il momento di equipararle»), nei prossimi giorni ci potrebbe essere una svolta. La Commissione europea ha deciso di aprire una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia per non essersi adeguata alla sentenza della Corte di Giustizia Ue che prevede proprio l'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne nel settore pubblico. La Commissione Ue per questo invierà all'Italia una lettera di avviso formale di messa in mora nella quale si sottolinea come il sistema previdenziale pubblico italiano violi il principio della parità di trattamento economico tra uomini e donne, mettendo in atto dunque una discriminazione basata sul sesso. «L'Europa ci chiede di equiparare: stiamo riflettendo - ha detto il premier in diverse occasioni - ma in un momento di crisi ci pare fuori tempo intervenire in questa direzione. Ne parleremo nel prossimo Consiglio dei ministri». La discussione, invece, non è ancora avvenuta. Si farà molto probabilmente nelle prossime settimane. Anzi. Il ministro Brunetta ha già annunciato su questo un incontro a breve con le parti sociali. E il premier è già pronto a parteciparvi.

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