Li chiamavano No Global: sono solo quattro gatti
L'AQUILAI temuti incidenti non ci sono stati, la manifestazione anti G8 si è svolta senza incidenti e senza mettere a repentaglio l'incolumità della gente. L'alto grado di attenzione messo in atto dalle forze dell'ordine con notevole anticipo, i controlli a tappeto delle persone che andavano all'Aquila deve aver scoraggiato chi voleva disordini. Il timore nei giorni precedenti la manifestazione aveva convinto molti aquilani a lasciare la città, chiudere per ferie i negozi. Timori che hanno portato anche i comitati sorti spontaneamente dopo il terremoto a non aderire alla manifestazione. E ieri a Paganica c'era meno gente di quanto si immaginasse, tanto da ritardare l'inizio della manifestazione. Sette chilometri a piedi, tra i paesi distrutti dal terremoto del 6 aprile, con un percorso che transitava davanti al cantiere di Bazzano, dove si sta lavorando per la realizzazione delle case antisismiche dove sistemare gli aquilani prima che arrivi il grande freddo. Grandi inviti da parte dei manifestanti a lasciare il lavoro e scendere a manifestare. Caduti nel vuoto gli inviti a gente che deve rispettare tempi di consegna ma soprattutto garantire un tetto a chi vive nelle tendopoli in condizioni disagiate. Scarsissima la presenza di no global provenienti dall'estero, pochi quelli giunti da lontano. Da Roma è arrivata una delegazione di manifestanti con dei pullman, soprattutto Cobas, Cub e Centri sociali. Ad aprire il corteo anche una sparuta rappresentanza dei Vigili del fuoco aderenti ai Cobas. Le forze dell'ordine hanno reso inaccessibile ogni punto sensibile e teoricamente vulnerabile. Divieti di sosta e cordoni nelle vicinanze delle tendopoli. Momenti di tensione ci sono stati, ma ami scaturiti in situazioni di reale pericolo. Con il G8 a L'Aquila Berlusconi ha «terremotato» il movimento No global. Già diviso al suo interno in Italia come nel resto del mondo qui a L'Aquila è praticamente scomparso. Durante il corteo scontro verbale tra gli organizzatori e un gruppo di giovani che hanno esposto uno striscione con una scritta "Smash G8" firmato da Tikb, il Partito comunista turco, che raffigura anche il simbolo della falce e martello con un mitra in mezzo. Gli organizzatori della Rete nazionale Go-g8 hanno discusso con i giovani che sostenevano il cartello, chiedendo la rimozione. alla fine si è raggiunto un compromesso e il cartello è rimasto al suo posto, senza qualsiasi incidente. Solo all'arrivo, alla Villa Comunale dell'Aquila, qualche piccolo disordine quando si è sparsa la notizia dell'arresto (ma si trattava solo di fermi per controlli) di alcuni ragazzi ad Avezzano. Scontri tra organizzatori e giovani con tentativo di colpire alcuni cameramen e fotografi presenti che riprendevano la scena. Tutto è filato tranquillo. E il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è congratulato col capo della polizia, Antonio Manganelli, per l'eccellente lavoro svolto da tutte le forze dell'ordine impegnate in occasione del G8, non solo all'Aquila ma in altre città dove nei giorni scorsi ci sono stati disordini e arresti. «Esprimo un sincero apprezzamento alle donne e agli uomini delle forze dell'ordine per la straordinaria professionalità dimostrata, che ha garantito – ha detto Maroni - la sicurezza dei Capi di Stato e di Governo impegnati nei lavori del vertice dell'Aquila e allo stesso tempo l'ordinato svolgimento delle numerose manifestazioni che ci sono state in tutta Italia». Il capo della Poliza Antonio Manganelli ha invece voluto sottolineare la professionalità del personale che in questi giorni, nel capoluogo abruzzese come a Roma e nelle altre città italiane ha garantito l'oridne e la sicurezza pubblica. «È questa la vera novità - ha sottolineato Manganelli - L'aver preparato il personale con grande attenzione. l edonne e gli uomini delle forze di polizia hanno dimostrato grandi doti di professionalità ed equilibrio. L'ottimo risultato è stato raggiunto anche grazie alle nuove metodologie di formazione e aggiornamento introdotte con la creazione del Centro di formazione per la tutela dell'ordine pubblico»