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Berlusconi soddisfatto

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dall'inviatoGiancarla Rondinelli L'AQUILA Alla fine qualche sassolino dalle scarpe se l'è tolto. E l'ha fatto nel modo a lui più consono, con una battuta e con il sorriso. In un auditorium affollato di giornalisti, davanti alle telecamere di tutto il mondo, era inevitabile che la domanda sul suo privato arrivasse. Così come era inevitabile che a farla fosse proprio un giornalista di Repubblica, quotidiano che da tre mesi martella l'opinione pubblica sulla vita del presidente del Consiglio. E così è stato. «Ci avete provato a rovinare tutto ma non ci siete riusciti». Parole che dal podio della grande sala al centro della cittadella del G8, suonano quasi come una liberazione. Anche l'espressione di Berlusconi è di quelle sollevate, forte anche dell'accoglienza e dell'affetto che i Grandi della Terra gli hanno riservato al vertice aquilano. Nel secondo giorno dei lavori del summit gli attestati di stima e di ringraziamento al premier italiano sono stati tanti, e da tutti i Paesi ospiti qui a Coppito. Molti in privato. Ma tanti anche in pubblico. Non ultimo quello fatto dal presidente Obama, proprio durante la conferenza stampa di fine giornata. Un incontro con i media piuttosto lungo e suddiviso in due parti. La prima, appunto con il presidente Obama e il premier australiano Kevin Rudd per presentare l'istituto globale, con sede in Australia, per la cattura e il sequestro dell'anidride carbonica. L'inquilino della Casa Bianca, prima di tracciare un bilancio dei lavori, si rivolge «all'amico Berlusconi», ringraziandolo per «l'eccellente ospitalità sua e degli italiani tutti». Ringraziamento a cui si associano tutti i leader presenti sul palco dell'auditorium: oltre a Rudd ci sono il britannico Gordon Brown, il presidente messicano Felipe Calderòn e quello canedese Stephen Harper. Berlusconi è in piedi, dietro Obama e ascolta compiaciuto. La sala è stracolma di giornalisti. Molti americani e inglesi. Tanti gli italiani. Finisce la presentazione di Obama e Rudd, e tempo di fare un cambio di scena, passando ad un solo podio centrale con il logo del G8 in bella vista, che il premier torna davanti alla stampa per spiegare quanto fatto nella giornata e, cosa più importante, replicare alle domande dei giornalisti. Intanto una premessa: Berlusconi ha fatto capire che, a suo giudizio, anche il clima informale e di cordialità tra i leader - riscontrabile in mondovisione - ha rappresentato finora una delle chiavi del successo del vertice. «Avrei voluto che le telecamere avessero potuto riprendere il clima e la sintonia tra noi durante i lavori». Mentre parla lo stile è quello annunciato più volte e cioè sobrio («sarà il vertice della sobrietà», è stato il leit motiv del Cavaliere alla vigilia del G8). Racconta alla stampa le importanti decisioni prese durante il summit, dal clima agli aiuti ai Paesi poveri e il disarmo nucleare, tema su cui Obama ha proposto un vertice per l'anno prossimo. Alla fine le tanto attese domande dei giornalisti. Le prime sui dossier trattati nel summit. Le ultime sul gossip politico. «Ci sono due tipi di realtà: quella vera della gente comune e quella dei giornali», tuona il premier rispondendo ad una domanda sulle polemiche di questi giorni. Aggiungendo che quella dei giornali spesso è «pura fantasia. Mi pare lampante». Torna sul G8, sugli importanti risultati raggiunti, sugli incontri svolti nel secondo giorno del summit. Non ultimo quello pomeridiano con il gruppo del J8, ragazzi dai 14 ai 17 anni. «Un momento davvero toccante - racconta Berlusconi -. Hanno portato il loro documento e ogni leader del G8 si è fatto fotografare vicino al giovane del proprio paese». Sta quasi per chiudere l'incontro con i giornalisti quando il cronista di Repubblica chiede la parola. «Non avete raggiunto il risultato che volevate. Auguri», replica secco il Cavaliere alla domanda se davvero l'immagine dell'Italia fosse stata rovinata dalla stampa da lui stesso accusata di remare contro il paese. Nelle prime file, dove si trova la delegazione italiana, scatta l'applauso. Il premier lascia la sala soddisfatto. Il sassolino è tolto.

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