Draghi sposa le tesi del Papa
Le parole di Benedetto XVI sul valore cardine dell'etica nell'economia nell'enciclica «Caritas in Veritate» hanno già sortito il primo miracolo. Sono immediatamente entrate nel lessico e acquisite nel patrimonio dei decisori. Il banco di prova è stata, a sole ventiquattro ore di distanza dalla pubblicazione del testo del Pontefice, l'assemblea dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana. Comincia il ministro Tremonti, che nel suo intervento ha messo in evidenza come «l'utilità delle regole in economia sia fondamentale» e questo «è una conquista che risale a 2-3 secoli fa». Ma le regole «devono essere qualcosa in più: lo strumento che trasporta nel mondo dell'economia i valori, il principio, l'etica. Questo è il messaggio che ci viene dall'enciclica», ha precisato il ministro. Che in fondo sul tema delle regole si sta giocando una della partite più importanti della sua carriera al G8 de L'Aquila. E che non è assolutamente nuovo al tema di regole nuove per evitare che i rapaci della finanza possano mettere a rischio i sistemi economici sani basati sull'economia reale. Ma la novità vera è l'appunto che il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, introduce nel suo discorso. Draghi ha lasciato da parte per un attimo la scaletta del suo intervento e, fuori sacco, cita il messaggio portante della lettera del Papa: «Raramente parlo di etica, ma senza etica e senza morale non si va da nessuna parte». È la forza della parola del Pontefice che prende forma e che incomincia a plasmare una nuova realtà. Draghi, che è uomo di finanza internazionale con un passato in una delle banche più importanti del mondo, la Goldman Sachs, ha fatto suo un portato ideologico in forte antagonismo con i metodi su cui la finanza speculativa ha basato prima il suo successo e poi l'inevitabile fallimento. Non è una conversione. Ma poco ci manca. Sì perché Draghi ha ribadito il concetto anche sulle colonne dell'Osservatore Romano oggi in edicola. «Uno sviluppo di lungo periodo non è possibile senza l'etica. Questa è una implicazione fondamentale, per l'economista, dell'amore nella verità di cui scrive il Papa nella sua enciclica» ha spiegato il numero uno di Palazzo Koch. Sintonia totale con il Vaticano, dunque. Forse prodromica del nuovo inizio della finanza e dell'economia di cui, finora, si è solo parlato. E le prime avvisaglie si sono subito percepite. Nel corso dell'assemblea dell'Abi è lo stesso Draghi a chiedere uno stop «una volta per tutte» alla commissione di massimo scoperto. Ma anche la necessità di coniugare prudenza e aiuti alle imprese, insomma non chiudere il rubinetto del credito alle aziende come invece sta accadendo soprattutto da parte dei grandi gruppi. E ancora, rivedere «profondamente» i parametri di Basilea2 per l'accesso ai finanziamenti bancari, che in molti casi hanno mostrato di avere effetti «pro-ciclici», in sostanza di aggravamento della crisi per i conti delle banche. La nuova era, ispirata da Benedetto XVI, comincia anche da questo.