"Niente vincoli al Prg I diritti non si toccano"
ll Piano regolatore di Veltroni non gli è mai piaciuto. Tuttavia di fronte al rischio di perdere 900 milioni di investimenti e 20 mila posti di lavoro il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha scelto di difenderlo. Soprattutto di difendere le regole, cioè i diritti acquisiti dagli imprenditori. Il ministero dei Beni culturali vorrebbe infatti mettere un vincolo su una parte di agro romano, l’area a sud della Capitale. In quella zona sono previsti un milione e mezzo di metri cubi di nuove edificazioni: appartamenti da vendere ai privati ma anche migliaia di alloggi da affittare a canoni sociali e le cosiddette 167, cioè nuove case a prezzi bassi. Ma non è tutto. Perché per gli imprenditori ci sarebbe anche la beffa. È stata proprio l'amministrazione comunale, allora guidata dal sindaco Veltroni, a trasferire in quell'area i cantieri dei costruttori chiedendogli di cedere i terrreni di loro proprietà in zone destinate a diventare parchi. Adesso si rimetterebbe tutto in gioco. Dal canto suo il dicastero guidato da Sandro Bondi ha organizzato un tavolo di confronto con il Campidoglio e la Regione Lazio ma vuole andare fino in fondo. Sindaco Alemanno, che ne pensa dei vincoli che il ministero dei Beni culturali vorrebbe stabilire sull'agro romano? Le risulta che siano previsti anche in altre zone? «I vincoli sono stati un segnale in controtendenza. Una procedura calata come un fulmine a ciel sereno sul Comune di Roma e sulla Regione Lazio. Non mi risulta che il ministro Bondi voglia stabilire altri vincoli». Domani partirà il confronto, cosa chiederà al Ministero? «Una leale collaborazione per evitare concretamente che la conflittualità finisca per paralizzare lo sviluppo della Capitale». Ma lei ha sempre intenzione di cambiare il Piano regolatore generale? «Certo. Non ho mai nascosto le mie contrarietà al Piano ma sono anche convinto che i diritti acquisiti non si possano rimettere in discussione». Prima dell'approvazione del Prg sono passati anni, da tempo si discute anche del Piano paesistico regionale, perché la Sovrintendenza ai Beni architettonici si sveglia soltanto adesso? Che idea si è fatto di questa vicenda? «È una questione che va avanti da due anni. Il Comune di Roma e la Regione Lazio hanno ignorato le 120 osservazioni al Piano presentate dalla Sovrintendenza. Questo è il vero problema. Quello che non si capisce piuttosto è perché noi non siamo stati avvertiti. Insomma, faccio il sindaco da 14 mesi». Crede che si troverà una soluzione o che si bloccheranno i progetti previsti per l'agro romano? «Penso che riusciremo a trovare una soluzione entro i prossimi tre mesi. Almeno così abbiamo deciso nella riunione che abbiamo fatto qualche giorno fa con il premier Berlusconi, il sottosegretario Letta e il ministro Bondi».