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Più controlli e trasparenza. Usa e GB contro un supercodice mondiale

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IlG8 de L'Aquila cade in un momento critico per l'economia mondiale che sembra aver superato la fase acuta della crisi, vede alcuni deboli segnali di ripresa ma non ha ancora individuato gli strumenti per governare tale ripresa e soprattutto non ha ancora la ricetta per evitare il ripetersi dei terremoti finanziari. È trascorso quasi un anno da quando, dopo il disastroso fallimento di Lehman Brothers, i 27 governi si riunirono a Bruxelles per mettere a punto un coordinamento in modo da arginare un pericoloso effetto a catena su altri istituti. Un anno pieno di discussioni ma sterile di decisioni e di provvedimenti. Ora il G8 dovrà dare delle risposte che sono la definizione del nuovo sistema di regole economiche destinate a prevenire un'altra crisi. Un sistema noto come legal standard al quale sta lavorando il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e che sarà presentato all'Aquila. L'opinione generale è che il G8 servirà a fare una ricognizione e poi sarà il G20 di Pittsburgh a fine settembre a mettere nero su bianco le nuove regole della finanza globale. Il fatto è che le posizioni sul tema delle regole per la finanza globale non sono univoche tra i Grandi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, pur essendo fra i paesi più colpiti dalla crisi, non intendono realizzare un nuovo supercodice mondiale abdicando alla loro tradizionale visione di libertà imprenditoriale e di minore presa sull'attività dei mercati. Una posizione dettata anche dal fatto che Londra e New York intendono mantenere il ruolo di maggiori piazze finanziarie mondiali e un eccesso di controlli potrebbe causarne il declino. Per questo i paesi anglosassoni hanno rafforzato il ruolo delle proprie autorità di controllo (la Fed ha avuto più poteri mentre la Gran Bretagna è scettica su cedere alcuni controlli alla Bce) e preferiscono parlare di una cornice di regole comuni a tutti i paesi che metta insieme e razionalizzi norme, principi, raccomandazioni, magari già elaborati da numerose istituzioni come il Fondo Monetario e l'Ocse o dai diversi paesi. Nel G7-G8 di Lecce il ministro Tremonti ha cercato di conciliare queste posizioni, predisponendo il Lecce Framework, ovvero «una cornice» appunto di norme e principi che il ministro ha chiamato le 12 tavole della legge. Un quadro di regole che ora, per la sua applicazione, ha bisogno di «un compromesso politico» che dovrebbe realizzarsi proprio a L'Aquila altrimenti resteranno solo un mucchio di buone intenzioni. L'obiettivo è così quello di portarlo al G8 perchè i Capi di Stato e di governo ne discutano ma di farlo approvare al G20 di Pittsburgh per riscuotere il maggiore consenso possibile. La Germania ha già anticipato che si schiererà per una maggiore regolamentazione dei mercati finanziari globali, ovvero concordare standard internazionali. Obiettivo del cosiddetto Global standard è quello di definire regole estese a tutto il campo delle attività economiche. Nello stesso tempo il Financial stability board presieduto da Mario Draghi, dal G20 di Londra ha avuto il compito di preparare la parte di nuove norme che riguardano la vigilanza finanziaria internazionale. L'obiettivo è di evitare l'eccessivo indebitamento delle banche e le maxi remunerazioni dei manager e di porre fine all'assenza dei controlli sui rischi che ha portato al crollo di grandi gruppi come la Lehman. L'economista Giacomo Vaciago mette in guardia dal rischio che «ogni Paese arrivi con la lista delle sue priorità e venga a mancare il momento della sintesi». Poi sottolinea che «l'Europa deve tornare a discutere di ripresa ma agganciata all'occupazione in modo che se si rimette in moto l'economia ci sia anche un recupero di posti di lavoro». Non è un caso che il Papa, osserva vaciago, «abbia insistito sulla centralità del tema occupazionale e su misure anticrisi ispirate all'etica». Vaciago poi ribadisce che «le banche sono ancora piene di schifezze e non si è ancora fatto nulla». Anche su questo il G8 dovrà dare una risposta. Un altro versante del capitolo economico del G8 è il pacchetto di misure per i Paesi in via di sviluppo. Sarà presentata la de-tax, un meccanismo fiscale che potrebbe consentire l'assegnazione di unaparte dell'imposta sui consumi a progetti di cooperazione internazionale.

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