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Maroni e Sacconi cercano una soluzione

Sacconi

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Oltre mezzo milione tra badanti e colf clandestine da anni al lavoro in Italia, con il relativo seguito di centinaia di migliaia di famiglie italiane da loro in gran parte «dipendenti». È la tegola che rischia di cadere su governo e maggioranza dopo la richiesta del sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi di un provvedimento «urgente» per la loro «regolarizzazione». Con il varo del pacchetto sicurezza - che tuttavia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha ancora promulgato e non firmerà probabilmente almeno fino alla conclusione del G8 - si tratta di milioni di persone che si potrebbero trovare ad essere "fuori-legge" per effetto dell'introduzione nel nostro ordinamento del reato di immigrazione clandestina. Un problema sul quale il governo, a quanto si è appreso, stava lavorando in questi giorni, ma che è esploso con l'uscita di Giovanardi, che ha irritato non poco il ministro dell'Interno Roberto Maroni e che ora può avere l'effetto di avvitare il confronto nel centrodestra facendo irrigidire la Lega. Ma tant'è. L'opinione comune (al di là delle dichiarazioni ufficiali sul fatto che la norma penale non è retroattiva), è che la questione esiste e va affrontata. È questa anche la linea emersa da un colloquio, nel pomeriggio, tra Maroni e Maurizio Sacconi. È stato poi il ministro del Welfare, sentito Gianni Letta e per suo tramite il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a mettere nero su bianco la posizione ufficiale del governo: niente semplificazioni, nessuna sanatoria; ma l'impegno, che dovrà essere «collegiale», a trovare una soluzione che consenta da una parte di «gestire la transizione», evitando conseguenze per le famiglie, e dall'altra a tutelare l'occupazione degli italiani e «degli stessi immigrati che hanno perso il lavoro». Il passaggio dal vecchio al nuovo regime segnato dalla legge sulla sicurezza «consente ora di verificare nella collegialità di governo tanto i modi di gestione della transizione - spiega Sacconi - quanto la nuova programmazione dei flussi in termini necessariamente selettivi e compatibili con il primario dovere di tutelare l'occupazione dei cittadini e degli stessi immigrati che hanno perso il lavoro». La via d'uscita è tutt'altro che decisa. Ma Sacconi e Maroni sarebbero d'accordo sul principio: quello di evitare, per dirla con Roberto Calderoli, che «fatta la legge, trovato l'inganno». Insomma, badanti e colf potranno essere «regolarizzate», ma in modo rigoroso, selettivo, tenendo ben strette le maglie in modo da non favorire «abusi». E cioè che, la regolarizzazione sia un sistema per vanificare le norme contro la clandestinità. Oppure la questione potrebbe essere affrontata con un provvedimento sulla regolazione del flussi degli immigrati. Nel caso di regolarizzazione, il governo intende lavorare sui requisiti dei clandestini da mettere a norma, indicando fattispecie precise. Dovrà essere ben chiaro chi può fare la richiesta, escludendo ad esempio che immigrati regolari possano farne entrare altri ora clandestini presentandoli come loro colf o badanti.

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