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Otto, tredici o venti? Dibattito aperto sul numero dei Grandi

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Infattila crisi economica internazionale e le crisi regionali, la sicurezza alimentare, la lotta ai cambiamenti climatici, la liberalizzazione del commercio mondiale, sono altrettanti vasi di Pandora che, una volta aperti, si presentano come contenitori di qualsivoglia istanza globale. La presidenza del Gruppo - quest'anno tocca all'Italia - ha un ruolo importante e ne influenza in modo notevole l'agenda, non esistendo né un segretariato permanente né altri organi istituzionali. Si tratta di un forum intergovernativo informale - le sue decisioni infatti non hanno rilevanza giuridica - che tuttavia da sempre tende a presentarsi come motore di un sistema globale di governance. È proprio questo ruolo - in un certo senso autoreferenziale - che oggi è messo in discussione in misura sempre crescente. Discussioni, ovviamente, ci sono anche all'interno. Angela Merkel ha già cominciato, dichiarando di fronte al parlamento che la formula è ormai insufficiente, che gli "otto" non sono ormai né i più ricchi né i più influenti e che, proprio per questo, il foro più appropriato per grandi decisioni condivise d'ora in poi sarà il G20. Ha poi anticipato una sua forte posizione contro il "climate change" e, forse in contraddittorio con il nostro ministro Frattini, per una forte ed immediata condanna del convitato di pietra iraniano. Posizioni dottrinalmente ineccepibili, politicamente molto corrette, ma che qualcuno potrebbe anche ritenere tatticamente precoci in tempo di crisi e, presumibilmente, anche portatrici di una certa dose di "autolesionismo" europeo. Ma i back seaters sapranno certamente aggiustare tutto nel comunicato finale. All'interno c'è anche chi è critico sulla presenza della Russia, giudicata una mina vagante per l'omogeneità del Gruppo, e, in controtendenza, preconizza un ritorno al G7. In realtà, già da qualche tornata - esattamente dal 2005 - gli otto membri, consapevoli delle critiche e della perdita di peso specifico del Gruppo, invitano per i dossier più rilevanti altri Paesi, tra cui i più importanti sono Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica, i così detti G5 (o O5, outreach five). All'Aquila, per esempio, una giornata intera del vertice si terrà secondo la formula G8+G5+Egitto, quest'ultimo invitato dalla presidenza, mentre Francia e Gran Bretagna avanzano motivi secondo loro validi per istituire un G.13 in forma permanente. Evidentemente, non hanno il problema del numero a tavola. È chiaro come la formula, probabilmente non nell'immediato, sia alla ricerca di una propria autoriforma. In Italia, questa esigenza è meno sentita: in fondo, ci consente di sedere tra i Grandi. Mario Arpino

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