L'ingresso di Paesi come Cina e India per trovare soluzioni più efficaci
AL'Aquila i grandi della terra dovranno affrontare il problema della crisi finanziaria globale, un rinnovato impegno sul clima, per la fame nel sud del mondo e soprattutto i dossier Iran, Afghanistan, Corea del Nord e Medio oriente. In second'ordine passa ormai il tema del terrorismo internazionale offuscato dal rischio di crack mondiale e dalla situazione iraniana. Il G8 da più di trent'anni sembra però aver esaurito la sua funzione. Del resto a parte sbiadite foto di gruppo dei potenti di turno, sono scarsi i risultati ottenuti da questi vertici. E basta analizzare gli ultimi summit per rendersene conto. Nel 2006 a San Pietroburgo la scaletta fu cancellata dall'invasione del Libano da parte di Israele: la guerra divenne il tema del vertice ma senza che venisse trovata una soluzione. L'anno prima i Grandi si ritrovarono a Gleneagle in Scozia. Fu organizzato un G8 rock con Bono e Geldof che reclamavano l'azzeramento del debito all'Africa. In quei giorni, a Londra, quattro kamikaze seminarono la morte nella metropolitana in nome della jhad globale. A L'Aquila, vertice in una città martoriata dalla violenza della terra, i temi sempre quelli, avranno la possibilità di vedere la prospettiva di una qualche soluzione solo se gli Otto decideranno di modernizzare il modello fin qui mantenuto. E se Silvio Berlusconi sarà mattatore, la Merkel giocherà un ruolo da vera protagonista. Non solo come unica donna al tavolo ma soprattutto per la sua volontà di allargamento del vertice secondo la formula del G20. La qual cosa permetterebbe di affrontare i temi di volta in volta sul tappeto in una visione più ampia e condivisa. Per Angela Merkel il vertice del L'Aquila dimostrerà che «l'attuale formato del G8 non è più sufficiente». Parlando al Bundestag nei giorni scorsi, il cancelliere tedesco ha affermato che in futuro dovrà essere il G20 l'organismo della governance planetaria, dal clima alle crisi economiche. «Stiamo vedendo che il mondo cresce insieme e che i problemi che abbiamo davanti non possono essere risolti dai Paesi industrializzati da soli», ha osservato. Un'idea che piace alla Cina. La Cina dovrebbe entrare stabilmente a far parte del vertice dei Paesi industrializzati, che da G8 si trasformerebbe così in G9. Sono molti i problemi sui quali il ruolo di Pechino è diventato imprescindibile negli ultimi anni: la crisi finanziaria, la crisi energetica, la crisi alimentare ma anche gli squilibri di lungo termine dell'economia globale. Per quanto riguarda problemi come i programmi nucleari di Paesi come l'Iran e la Corea del Nord il ruolo della Cina è ancora più importante. E proprio l'Iran sarà uno dei temi in agenda a L'Aquila. Italia e Germania sono fautori di un messaggio forte e unitario verso il regime di Teheran. E qui ci potrebbe essere il veto di Mosca che già a Trieste, nei giorni scorsi, aveva puntato i piedi su eventuali reazioni troppo dure verso il regime degli ayatollah. E la stessa amministrazione americana sembra più interessata a confrontarsi sui problemi della proliferazione nucleare iraniana che su quelli dei diritti umani in prospettiva di un maggior impegno globale per la pace in medio Oriente. Resta al centro del G8 la questione afghana. Tema questo dove si registra l'unanime convergenza. Così come sul dossier nucleare della Corea del Nord. Su questi temi Obama e il presidente russo Medvedev si confronteranno già da oggi nella bilaterale a Mosca. Particolarmente attuale sarà a L'Aquila il dibattito sulla «non proliferazione», che giungerà poche ore dopo i colloqui a Mosca tra Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev che mirano a negoziare un nuovo accordo sulla riduzione degli arsenali nucleari in vista della scadenza a dicembre del vecchio trattato Start. Barack Obama punterà a coagulare intorno ai suoi temi preferiti gli altri «potenti». Cambiamenti climatici appunto, lotta alla fame e le pandemie: malaria, Aids e tubercolosi. Queste sollecitazioni sarannno ampiamente illustrate nel discorso di apertura di Silvio Berlusconi che ne fece una bandiera già nel G8 di Genova 2001. Temi questi verso i quali il Vaticano ha sollecitato ai Paesi del G8 un più concreto interessamento. Se c'è da aspettarsi un concreto risultato rispetto agli aiuti nella ricostruzione del capoluogo abruzzese secondo l'agenda del premier Berlusconi, non è così scontato che questo G8 trovi risposte per i dossier più complessi. Come del resto è sempre accaduto.