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L'Aquila: nuova scossa sul G8

Tendopoli in Abruzzo

Pronto un piano B per il vertice

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Una scossa che supera magnitudo 4 e gli aquilani riscoprono l'amaro sapore della paura. Ieri, poco dopo l'una, il terremoto ha fatto scappare tutti fuori dagli uffici, dalle tende. Anche la struttura di cemento armato della caserma della guardia di finanza a Coppito, che la settimana prossima ospiterà il G8, ha vibrato forte. Nel pomeriggio, ma anche la notte precedente altre scosse tra il 3.4 e il 3.6 di magnitudo hanno tenuto in ansia la popolazione. Paura non solo a L'Aquila e nel comprensorio. Questa volta i timori si estendono al Teramano e al Reatino. Alcune scosse hanno come epicentro la zona del Lago di Campotosto, il comune di Amatrice. E proprio a Campotosto c'è l'allerta per la diga, che ieri è stata aperta per far scendere il livello dell'acqua. Fortunatamente le scosse, come comunicato anche dalla Protezione civile, non hanno causato ulteriori crolli o danni alle persone. «Il fatto è che queste continue scosse impediscono i rientri nelle case ma al momento non c'è nessun allarme per il G8». Silvio Berlusconi in Consiglio dei ministri, spiegano alcuni partecipanti alla riunione, si è soffermato così sui lavori di ricostruzione in Abruzzo annunciando la nuova scossa. «Stiamo facendo tutto il possibile per riportarli a casa, il problema è questo sciame sismico», ha concluso il premier. Mentre per le scosse con epicentro l'Aquilano si continua a parlare di sciame sismico, per le altre no. E l'allarme cresce, questa volta non solo tra la popolazione ma anche all'interno dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: «Abbiamo detto più volte che la sequenza avviata con il terremoto del 6 aprile scorso non è finita e che potrà durare ancora per mesi – ha detto il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell'Ingv, Giulio Selvaggi - eventi come quello avvenuto oggi (ieri, ndr) rientrano in pieno all'interno della stessa sequenza sismica, ma è impossibile stabilire se nella stessa zona potranno avvenire altre sequenze di forte intensità. Che in ogni sequenza sismica avvengano dei picchi è noto, ma è impossibile prevedere se, quando e dove potranno accadere queste repliche più intense». Quello che invece preoccupa i ricercatori è quanto sta avvenendo a nord de L'Aquila, verso la provincia reatina, in particolare nella zona compresa tra il lago di Campotosto e Amatrice: qui sono giorni ormai che le strumentazioni registrano repliche sismiche. «Stiamo seguendo il fenomeno con attenzione e preoccupazione – ha detto il sismologo Fabrizio Galadini, direttore della sezione milanese dell'Ingv - perché sicuramente c'é migrazione sismica. Quella faglia dei Monti della Laga può generare terremoti forti, però precisiamo che non è detto possa accadere». Situazione che non lascia presagire momenti di tranquillità. E la giornata vissuta ieri ne è stata la riprova. Anche i dipendenti della Regione Abruzzo sono fuggiti da Palazzo Silone subito dopo la scossa. Gli aquilani che avevano superato le ansie e deciso di tornare nelle proprie abitazioni ha scelto di rimanere fuori casa a trascorrere la notte, qualcuno è riuscito a trovare ripararo in una tendopoli, molti altri hanno preferito rimanere a dormire in macchina. Sono saltate anche molte visite mediche in ospedale. La gente, impaurita, non ha voluto recarsi all'interno di strutture, memore di quello che era successo il 6 aprile. La situazione è complicata, difficile riportare calma e tranquillità quando le scosse si susseguono.

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