«Non aspettate il dopo-crisi nell'inattività»
Pensoche questa crisi sia salvifica per i giovani. Non bisogna fermarsi a guardare all'interruzione di un rapporto di lavoro precario ma occorre guardare a ciò che questa crisi può rappresentare per i giovani indeboliti spesso da una famiglia distratta e dalle istituzioni educative autoreferenziali. Il problema non è la retorica della precarietà ma il modo con cui stimolare la responsabilità nei più giovani avvertendoli dei percorsi che li possono occupare. Dobbiamo aiutare i giovani trasmettendo loro la consapevolezza che c'è molto di più da fare di quanto non dica la domanda di sussidi. Dobbiamo riuscire a diffondere i contratti che Marco Biagi aveva voluto per evitare proprio la condanna alla precarietà. Una generazione che può essere recuperata utilizzando un'alternanza tra studio e lavoro. Se c'è un appello che faccio ai giovani è di accettare, in questa fase, qualsiasi lavoro perché guai ad attendere il dopo crisi nell'inattività. Accettate anche il lavoro più lontano dalle vostre aspettative e dai vostri percorsi formativi. E un datore di lavoro potrebbe dire guardando il curriculum con una laurea: però ti sei messo in discussione, perché hai fatto anche l'imbianchino.