La procura: c'è stato il cedimento meccanico Ma nessuno è indagato
Ilprocuratore di Lucca, Aldo Cicala, lo ripete più volte. Poi spiega, o meglio ribadisce, che ancora non ci sono indagati e che l'ipotesi principale è quella del cedimento di un componente meccanico. La più probabile, appunto, perché, per adesso, «nessuna pista è esclusa». Tranne una: l'attentato. Le indagini sull'incidente ferroviario di quattro notti fa alla stazione di Viareggio, con l'esplosione che ha provocato 19 vittime, «sono serrate» spiegano gli investigatori. Ma parlare di tempi, per ora, è prematuro. Anche se ha convocato una conferenza stampa, il procuratore preferisce non sbilanciarsi e spesso ricorre alla formula «a questa domanda non posso rispondere, gli accertamenti sono in corso». Il cedimento sarebbe quello di un asse del treno, che presenterebbe una fessura e che sarebbe stato parzialmente corroso dalla ruggine. Questo avrebbe provocato il deragliamento in seguito al quale c'è stata la fuoriuscita di gas dalla prima cisterna del convoglio; quindi l'esplosione. Cicala non scende nei dettagli, ma esprime perplessità sull'ipotesi della ruggine, o almeno sul fatto che questa possa essere la causa del cedimento. Magari è un segnale di una frattura non recente? «Ci sono accertamenti tecnici in corso», risponde. Cos'ha provocato la falla nella cisterna? La risposta non cambia. «Il quadro è complesso» ripetono da giorni gli investigatori. Come a dire che le perizie e le analisi saranno molte e riguarderanno più aspetti. Per adesso, quelle che sono state affidate sono due: una medico legale, per l'identificazione delle vittime, una di carattere ingegneristico. «Gli accertamenti riguarderanno tutte le attrezzature tecniche», risponde il dirigente della Polfer toscana, Pierluigi D'Angelo, a chi gli chiede se i rilievi si concentreranno non solo sul convoglio, ma anche sui binari, sull'infrastruttura. Per esempio, spiega D'Angelo, è stato accertato che sulla linea ferroviaria è presente l'Rtb, l'apparecchiatura che permette di rilevare un eccessivo riscaldamento delle boccole (gli elementi che collegano l'asse alle ruote dei treni) che potrebbe essere dovuto a un difetto di lubrificazione. Le verifiche accerteranno se quel congegno di sicurezza funzionava. Fra gli aspetti sui quali gli investigatori stanno stringendo i tempi, c'è quello del riconoscimento delle salme. Su 19, solo di quattro è stata stabilita l'identità. Per la maggioranza degli altri c'è un'indicazione che in una paio di giorni dovrà essere supportata dagli esiti dell'esame del dna: il riconoscimento, infatti, è impossibile, viste le condizioni dei corpi. Per qualche cadavere, invece, nessun elemento; e anche un ferito è ancora senza nome. Cicala ricorda la scena «raccapricciante» che si è trovato di fronte la notte del disastro e l'aria irrespirabile che gli impediva di camminare, di raggiungere le due strade che si affacciano sulla ferrovia le cui case sono state le più colpite dalle esplosioni. Qui è stata recuperata la stragrande maggioranza delle vittime e stamani la procura ha sequestrato le due vie. Come prossimo atto, quando il convoglio sarà rimosso, scatteranno i sigilli al binario del deragliamento. La stazione, invece, potrà riprendere l'attività: stattina dovrebbe passare il primo convoglio.