G8 a L'Aquila: "Voglio più alberi Siamo in anticipo di tre giorni"
Il presidente ingegnere. Il presidente capocantiere. Il presidente direttore dei lavori. Che va sul posto. Controlla. Supervisione. Si fa spiegare i progressi e dispone: «Mi raccomando, in questa zona pianteremo dei begli alberi. Alberi, non semplici piantine. Alberi di quelli ad alto fusto e ben radicati». Silvio Berlusconi torna l’imprenditore che fece Milano2 negli anni Settanta. «Il verde, il verde» si raccomanda il premier mentre gira per i cantieri e va a visitare le aree dove la Protezione civile sta realizzando le prossime case, tutte altamente tecnologiche, ecologiche e naturalmente antisismiche. Case che dovranno accogliere tra dodici e quindicimila persone. Case vere, in muratura. Case che dovrebbero essere pronte entro l’autunno. Ma il Cavaliere, girando per i cantieri simbolicamente con il casco in testa, controlla i tempi. Al suo fianco il professor Gian Michele Calvi, che si occupa proprio dei progetti. Berlusconi lo stressa con un’unica domanda: «Stiamo rispettando i tempi?» E Calvi replica freddo: «Presidente, siamo con due o tre giorni di anticipo». Prima l’aeroporto di Preturo appena inaugurato e attrezzato in tempo record. Sarà gestito dall’Enav. Poi il giro all’ospedale San Salvatore, il tour nelle corsie a parlare con i malati. I lavori per la ricostruzione. «Abbiamo aperto 5 grandi cantieri su 20. Abbiamo in realizzazione 65 piastre su 164 previste. Quelle pronte per la costruzione delle abitazioni sono 12», spiega il premier. E insiste: «Abbiamo già dato il via a seimila di questi isolatori e 1200 sono stati consegnati. Sarà il più grande cantiere del mondo». Si vanta del fatto che gli operai lavorano in assoluta sicurezza. Uno, racconta, è stato colpito da un fulmine nei giorni scorsi «ma per fortuna - rivela il Cavaliere - era dotato di casco, scarpe di gomma, guanti di gomma e aveva quindi tutte le protezioni previste. Così se l’è cavata con una visita in ospedale. E non è cosa da poco scampare ad un fulmine...» Di fulmini, quelli metaforici, Berlusconi se n’è beccati molti in questi giorni. E ne sta uscendo o forse ne è uscito vivo. Cambia ruolo. Torna il presidente che c’è. Che va sul posto. Che arriva. Segue l’opera. Dispone. Ordina. Si sincera che tutto sia a regola d’arte. E forse è proprio questo il ruolo che più gli piace, che più gli si addice. Il presidente che va orgoglioso di quello che fa. Fa portare, con qualche fatica dei finanzieri, le piastre basculanti che permettono di attutire gli effetti delle scosse. Il Cav ne va orgoglioso: «Può sostenere scosse anche più importanti di quelle arrivate con il terremoto», osserva il Cavaliere ribadendo che «i tempi per la costruzione delle abitazioni sono strettissimi». Si salta. Il terremoto, la ricostruzione, le case, la fine delle tendopoli. Ma anche il G8, i grandi del mondo che vengono qui, a Coppito, questo luogo che anche lo staff del presidente ha cominciato a conoscere e studiare. Berlusconi chiede di visitare gli alloggi, va a controllare le stanze. Si inorgoglisce e spiega: «Accompagnerò il cancelliere Merkel in vista ad Onna ed il presidente Barack Obama in visita alla chiesa di Santa Maria della Concezione in Paganica e nel centro della città, perché vedano i danni del terremoto. Avrò una serie di bilaterali con i colleghi dei vari stati, oltre agli altri impegni». «Abbiamo fatto un buon lavoro - aggiunge il premier - spero che gli italiani ne siano soddisfatti, abbiamo preparato questo importante incontro internazionale per portare nella capitale del dolore la capitale politica del mondo e spero questo sia colto in tutto il suo simbolismo». Questo è Berlusconi. Tutto si fonde. E indubbiamente è quello il Berlusconi che fin qui ha riscosso maggiori consensi. Ed è per questo che il premier rimette il casco per risalire la china proprio mentre si appresta a prendere le redini del summit degli otto Paesi più industrializzati del pianeta.