Berlusconi critica le regole dell'Ue
L'Aquilae il G8, certo. Ma il Silvio Berlusconi che prepara il grande vertice ha ancora negli occhi l'altro dramma, quello da pochi giorni consumato a Viareggio. E decide di tracciare la strada. Annuncia indagini approfondite. Chiama in causa l'Europa. «Vedremo - anticipa il premier - se non è il caso di cambiare le regole per i trasporti di questi vagoni cisterna, il cui movimento lungo il paese può comportare situazioni drammatiche e tragiche». Avrebbe voluto essere ancora lì, nella cittadina toscana, assieme ai concittadini feriti. «Volevo visitarli ma non avrei potuto portare sollievo, viste le loro condizioni - si rammarica -. Ora gli italiani dovranno dare segni di solidarietà, scrivendo o manifestandosi con la loro vicinanza. Vedo io quanto supporto possono dare le lettere dei semplici cittadini che scrivono al capo del governo. Io per fortuna ne ricevo migliaia». Le parole di Berlusconi arrivano poche ore dopo l'audizione in commissione Trasporti, al Senato, dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Mario Moretti si scaglia contro chi, sui media, «ha detto cose aberranti». Ed esclude qualsiasi tipo «di saldatura, si è trattato di uno strappo, punto e basta. Se quelli che parlano si definiscono tecnici, siamo preoccupati». Intanto l'ad annuncia che è sospesa la circolazione dei carri Gatx, «ma spero che ora non vengano fuori problemi alla fornitura di gpl in Italia, oppure che vada in giro con i camion che è ancora peggio». Sul carro che ha causato la strage, Moretti spiega alla commissione di Palazzo Madama che «è stato omologato nel 2004 ma la componentistica di sicurezza è molto più antica, risale al 1974 e risulta fabbricato in Germania Est». Moretti ci tiene a spiegare che le Fs non sono e non si sentono responsabili dell'accaduto, «anzi bisognerà sentire l'assicurazione dei proprietari del carro» che ha causato la tragedia. Intanto Bruxelles convoca per settembre una conferenza europea sulla sicurezza ferroviaria. La Commissione Ue intende fare chiarezza sia sul sistema dei controlli ferroviari sia sul trasporto delle merci pericolose. «Voglio un sistema europeo di controlli» sottolinea il vicepresidente dell'esecutivo Ue, titolare dei Trasporti, Antonio Tajani, annunciando la convocazione «immediata» della conferenza che, «già a settembre», riunirà i rappresentanti dei 27 Stati membri, comprese le autorità responsabili della sicurezza e gli operatori del trasporto merci su ferrovia. L'incontro si propone di analizzare l'attuale sistema dei controlli per rafforzarne l'integrazione a livello europeo e per arrivare a una più chiara e semplice ripartizione delle responsabilità. «Occorre chiarezza nei controlli ferroviari e nel trasporto di merci pericolose; deve essere chiaro a tutti chi fa cosa» scandisce Tajani. «La liberalizzazione del trasporto merci è una realtà cui deve seguire una maggiore integrazione del sistema dei controlli», osserva il commissario Ue. «Dobbiamo passare dai controlli nazionali a un sistema di controlli veramente europeo». Da qui la necessità di dare un rinnovato impulso e soprattutto «più poteri» all'Agenzia europea per la sicurezza ferroviaria, sul modello di quelle per la sicurezza aerea o marittima che, secondo Tajani, «stanno dando ottimi risultati». Già subito dopo l'incidente ferroviario, Tajani aveva convocato il direttore dell'Agenzia europea per la sicurezza ferroviaria, Marcel Verslype, impegnandolo in una verifica della corretta applicazione delle norme comunitarie, sulla base di un rapporto che sulla strage di Viareggio verrà fornito dalle autorità italiane. Ma l'Agenzia dovrà lavorare anche a nuove norme che accrescano nel complesso gli standard di sicurezza del settore. Un contributo definito «determinante» potrà arrivare dall'attuazione anticipata della direttiva varata il 16 dicembre 2008, che prevede per i vagoni ferroviari la designazione di un'entità responsabile della manutenzione e la sua certificazione fatta da un organismo ad hoc. Tajani, come detto ieri a Il Tempo, ha assicurato che già nel prossimo Consiglio dei ministri dei trasporti Ue chiederà agli Stati membri di «stringere i tempi» sull'adozione che è prevista solo per la fine del 2010.