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Caso Consulta, lite in aula per la "cena carbonara"

Luigi Mazzella il giudice costituzionale che, secondo quanto riferito dal settimane 'l'Espresso', ha organizzato una cena a casa sua alla quale avrebbero partecipato il premier Silvio Berlusconi e il

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Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, prende la parola nell'Aula della Camera per illustrare la sua interpellanza al ministro Guardasigilli contro la cena che si è svolta tra i vertici dello Stato e due giudici della Consulta, Luigi Mazzella e Paolo Napolitano, alla vigilia della decisione sul Lodo Alfano. Ma usa toni molto forti che il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, manifesta di non gradire. Seduto ai banchi del governo, accanto al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e a quello dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, Bondi allarga più volte le braccia scuotendo la testa e borbottando. Quando Di Pietro parla di «giudici spregiudicati che infangano la Corte», anche Elio Vito guarda più volte verso il presidente di turno, Rocco Buttiglione, nella speranza che si intervenga per riprendere il deputato dell'Idv. Buttiglione capisce e si arma di campanella, ma non la fa suonare, nè dice una parola. Così è Bondi a intervenire. Grida più volte "Vergognati! Vergognati" all'indirizzo di Di Pietro. Poi si alza, continuando a inveire verso gli scranni dell'Idv. I commessi gli si avvicinano. Di Pietro tace guardandolo negli occhi. Alla fine, il ministro della Cultura, dopo aver gridato ancora "Vergognati!", preferisce lasciare l'Aula. Durante il question time alla Camera, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito esclude che, durante la cena a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella con il suo collega Paolo Maria Napolitano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Guardasigilli Angelino Alfano, si sia parlato del lodo che porta il nome del ministro della Giustizia, che la Consulta comincerà ad esaminare ad ottobre. «L'incontro - dice infatti Vito, risponendendo ad un'interrogazione del presidente dell'Idv Antonio Di Pietro - non ha avuto in alcun modo ad oggetto i temi relativi all'agenda della Corte costituzionale nè ipotesi di riforma del Titolo IV della Costituzione. Tale riforma compete al Parlamento, anche su iniziativa del governo». «Tranquillizzo gli onorevoli interroganti: le iniziative del governo in materia di Giustizia - conclude Vito - saranno rispondenti al programma presentato al corpo elettorale e che gli elettori hanno premiato».

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