Berlusconi tra fischi e applausi
Una reazione così forse non se l’aspettava. Considerato che la piazza è di quelle "amiche", con un comune gestito proprio dal suo partito, il Pdl. Ed invece ad accogliere Berlusconi appena arrivato nella sede del Municipio, c’erano due tifoserie. Piccole, ma con toni da stadio. Da una parte i contestatori, dall'altra i sostenitori. Per questo, quello che doveva essere un pomeriggio del premier nelle zone colpite dall'esplosione del treno, con tanto di briefing tecnico e conferenza stampa, si è trasformato in una visita lampo: un'ora e mezza in tutto e poi partenza immediata verso la Capitale. Sono quasi le quattro quando Berlusconi atterra all'aeroporto di Pisa. Per tutta la mattina, mentre era a Napoli all'incontro della Confindustria locale, è stato costantemente informato del disastro dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, e dal responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Appena arfrivato in Toscana, per il premier un sopralluogo nell'area colpita dallo scoppio, bollata ormai come «zona rossa», e quindi chiusa al traffico. Fa un giro dentro la stazione, osserva il vagone deragliato, passa davanti alle case crollate. Dopo L'Aquila devastata dal terremoto, a poco tempo di distanza ancora una volta il premier ha davanti delle macerie; ancora una volta lo scenario è quello di vigili del fuoco che scavano a mani nude cercando di salvare qualche vita umana. È proprio con loro che Berlusconi si ferma a parlare, chiedendo informazione sul tipo di intervento che stanno svolgendo. Dopodichè, viene accompagnato nella sede del Comune, trasformata per l'occasione in un centro operativo. Ed è qui, in piazza Nieri e Paolini, di fronte al Municipio, che il premier viene accolto da due tifoserie ben distinte. Da una parte alcuni contestatori, che appena vista la macchina del presidente del Consiglio, hanno cominciato a fischiare e urlare "buffone, buffone". Sono per lo più persone appartenenti ai centri sociali della zona, o esponenti della sinistra radicale. Sull'altro lato, applausi e saluti calorosi, accompagnati da "grazie Silvio". Il clima tra i due gruppi si surriscalda, tanto da portare le Forze dell'Ordine a dover intervenire. Dal suo staff qualcuno prova a convincerlo a non fare l'incontro con i giornalisti. Ma niente da fare, il Cavaliere vuole rispettare il programma. Nella sala stampa, accanto a Berlusconi ci sono Bertolaso, il ministro delle Infrastrutte e dei Trasporti Altero Matteoli, e le istituzioni locali a cominciare dal sindaco Pdl Luca Lunardini. Intanto il bilancio della tragedia, 14 vittime, due persone decedute in ospedale, tre le persone ancora disperse. Poi le misure: «Già nel prossimo Cdm decreteremo lo stato di emergenza», annuncia il Cavaliere. «Garantiremo la ricostruzione del 100% delle case distrutte». Berlusconi che il vagone deragliato, di costruzione americana e immatricolato in Germania, «aveva una scadenza della revisione prevista a dicembre 2009». Per ritornare ad una situazione di normalità, ci vorranno un paio di giorni, necessari come spiega Bertolaso «per svuotare dal gas le cisterne rimaste e per riattivare la linea ferroviaria». Il governo, intanto, ribadisce a più voci che non esiste un rischio di altre esplosioni così come, rassicura Berlusconi, «non ci sarà nessuna ripercussione sulla stagione turistica». In mattinata, era arrivato in Toscana anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: «Se scopriremo che le norme per la sicurezza nel trasporto dei materiali pericolosi non sono adeguate le cambieremo. Anche in Europa». E oggi il Governo riferirà sull'accaduto alla Camera.