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E il "caso Patrizia" si è già sgonfiato

Patrizia D'Addario

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La presa di posizione del procuratore capo del Tribunale di Bari, Emilio Marzano, al termine di una riunione svoltasi ieri con gli inquirenti che stanno seguendo i vari filoni delle inchieste, segna una serie di punti fermi: in Procura è atteso il governatore Nichi Vendola come persona informata sui fatti in merito alle indagini sulla sanità; la possibilità che venga ascoltato Berlusconi è priva di fondamento; il vicepresidente della giunta regionale Sandro Frisullo del Pd non è indagato, ma specifica Marzano «se lo fosse non lo direi a voi (ai giornalisti ndr)»; infine è escluso che al momento «si parli di cocaina» nelle feste vip della Tarantini-story.  Il Barigate, di questo passo, da caso nazionale, sta diventando giorno dopo giorno un classico intrigo di malasanità, scoperchiando intrecci tutti locali tra il mondo delle imprese legate alla salute, manager pubblici ed esponenti del centrosinistra al governo della Regione. E la giunta Vendola, dopo le dimissioni dell'assessore alla Sanità Alberto Tedesco (prossimo ad entrare in Parlamento a seguito delle dimissioni del senatore Paolo De Castro), potrebbe registrare oggi (è in programma una riunione dell'esecutivo) altri imbarazzanti defenestramenti. Resta attaccata alla sua poltrone di manager dell'Asl di Bari l'avvocatessa Lea Cosentino, di area Pd, che alla vigilia di un faccia a faccia con il governatore scopre una sorprendente anima garantista: «Non mi dimetto, incontrerò Vendola e insieme ci confronteremo sul mio lavoro e sui risultati raggiunti. Nessuna commistione tra l'indagine giudiziaria e lo scenario politico. Le due cose viaggiano parallelamente. E ho fiducia nei magistrati». Il quadro su Patrizia D'Addario, invece, si arricchisce di ulteriori particolari. Il ritratto disegnato di una ingenua escort sfruttata e presa in giro dal potente di turno è stato capovolto dalle ultime rivelazioni delle sue amiche, protagoniste del mondo dei vizi notturni del capoluogo pugliese, mentre il padre di sua figlia ha scelto la discrezione ed il silenzio a tutela dell'equilibrio della sua famiglia e della minorenne stessa. «Patrizia? È furba, ha registrato gli incontri per sfruttare la situazione. E ha chiesto aiuto a politici pugliesi». L'attacco alla credibilità della «Mata Hari alle cime di rape» giunge proprio da una sua ex sodale, Manila Gorio, regina delle trans baresi, conduttrice di trasmissioni e reality su emittenti locali. Sul colore dei politici che avrebbero fatto sponda a Lady Patricia Brummel, nome d'arte, la Gorio non si sbilancia. Di sicuro la D'Addario - che aveva concluso la sua ultima relazione affettiva accusando il suo compagno di induzione alla prostituzione, ricevendo così una controquerela dall'interessato - si era rivolta alla Giraffa: l'associazione che solitamente si occupa della tratta delle schiave dalla Nigeria alle strade italiane, avrebbe offerto sostegno psicologico e non solo alla quarantenne «reduce» da una festa a Palazzo Grazioli. Chi è la presidentessa del sodalizio? Maria Pia Vigilante, avvocato penalista molto di sinistra e curatrice di un blog sull'edizione barese del Corriere del Mezzogiorno, nonché editorialista del quotidiano (l'inserto locale del Corriere della Sera). Divenuta nei giorni successivi allo scandalo mediatico, legale della squillo.

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