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«Giulio, ma ora non toccare le pensioni delle donne»

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«Lafamiglia è quella che sta maggiormente soffrendo la crisi. Quindi oltre agli aiuti alle imprese, il governo ha messo in campo una serie di strumenti fiscali a favore dei nuclei familiari soprattutto quelli a basso reddito in modo che risentano meno possibile della recessione in atto». Lara Comi, giovanissima (26 anni) neodeputata europea, è convinta che la crisi vada affrontata con un'azione coordinata a livello europeo e partendo proprio dalle misure messe in campo dal governo Berlusconi. Vuol dire che il decreto anticrisi potrebbe fare da modello a livello europeo per affrontare la difficile congiuntura economica? «Proprio così e a cominciare da quanto è stato fatto per le famiglie. Voglio ricordate alcuni interventi fondamentali per le famiglie. Prima di tutto l'abolizione dell'Ici, quindi la carta acquisti per gli anziani e i redditi bassi, il bonus sull'elettricità con sconti da 60 a 150 euro l'anno e le detrazioni delle spese per l'asilo nido. Poi l'abolizione di numerosi ticket sanitari. Alcune misure hanno avuto un impatto anche in altri settori. Mi riferisco alla possibilità di detrarre fiscalmente gli abbonamenti per i mezzi del trasporto pubblico. Oltre ad aiutare le famiglie facilita lo snellimento del traffico urbano». Il governo sostiene che ci sono segnali di ripresa mentre gli istituti internazionali ma anche la Banca d'Italia sono molto cauti. Lei che ne pensa? «La parte difficile della crisi l'abbiamo superata e l'Italia è più reattiva di altri Paesi europei. Basta vedere le stime dell'Ocse che indicano per l'Italia una crescita dello 0,4% a fronte di un +0,2% per Francia e Germania. Questo vuol dire che il governo ha messo in campo strumenti tali per determinare una crescita nel 2010 che se il nostro debito pubblico è superiore a quello di altri Paesi». Bruxelles chiede che l'età delle donne nel pubblico impiego sia equiparata a quella degli uomini. Condivide questa posizione? «Assolutamente no. Le donne non possono avere la stessa età pensionabile degli uomini perchè la donna oltre a essere una lavoratrice è anche madre. La normativa consente il congedo parentale dal lavoro agli uomini ma questo è uno strumento non utilizzato in Italia. È una questione di mentalità. Andrebbe quindi incentivato. Finchè non c'è un'equiparazione di ruoli in questo senso, non si può intervenire sull'età di pensionamento». Ma c'è una procedura d'infrazione da parte di Bruxelles, è una scelta obbligata... «È vero ma bisogna capire come creare una riforma che va bene per l'Italia e per l'Europa. I sindacati devono darci una mano». Come neoparlamentare europeo quali ritiene che siano le priorità da affrontare a Bruxelles? «Prima di tutto l'immigrazione. Nei prossimi quattro giorni a Atene abbiamo come Ppe, dei seminari per creare un piano di analisi e studio di tutte le problematiche relative all'immigrazione. Io mi propongo di affrontare il tema della difesa del made in Italy».

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