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«Nessuna censura a enti e media Solo un invito alla prudenza»

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Nessunacorrezione dei conti pubblici in vista: Silvio Berlusconi nega che via sia il bisogno di intervenire sull'andamento del Bilancio nonostante le opposizioni non smettano di chiedere misure più corpose per fronteggiare gli effetti della crisi. Il premier, a Corfù per il vertice Nato-Russia, smorza anche i toni polemici nei confronti di organizzazioni internazionali e stampa: «Non ho mai detto di chiudere la bocca agli enti o ai media e se l'ho detto - assicura - non c'era assolutamente nulla di violento o meno che liberale». Il suo, spiega, era un invito alla «prudenza», affinchè si eviti «di fare cifre e previsioni che, amplificate dai media, aumentino la sfiducia». E dal momento che secondo il presidente del Consiglio per vincere la crisi occorre vincere la paura, emarginare gli atteggiamenti pessimisti diventa sempre più necessario. Le opposizioni intanto protestano, convinte che le misure messe in campo dal governo non siano adeguate a dare una risposta ai bisogni degli italiani. Il nuovo decreto legge «è un pannicello caldo», commenta Pier Luigi Bersani, che insiste nell'invocare una manovra di ampio respiro. Sulla stessa linea l'Italia dei Valori: l'ultimo pacchetto di misure messo a punto dall'Esecutivo è poco più, attacca il partito di Antonio Di Pietro, di un insieme di «regalie a banche e imprese». Opposizione e maggioranza hanno dunque due visioni diametralmente opposte. Tutt'altro che «latitante», il governo è stato attento, replica infatti il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto, e «i provvedimenti presi ieri - aggiunge - vanno incontro alle esigenze dell'imprese e dei lavoratori». È «una risposta importante e positiva - dice anche la Lega con il deputato Maurizio Fugatti - alle tante attese delle categorie produttive». Come sempre troppo ottimisti, sostengono dal Pd: «C'è qualche pillola che male non fa - è il massimo del riconoscimento che arriva da Bersani - ma non risolve il problema. Mancano tante cose». Anche una misura come la detassazione degli investimenti viene considerata poco più di un «pannicello caldo», con il quale secondo i Democratici si cerca di riparare agli errori fatti in questo anno di legislatura. «Sono misure inefficaci - è anche il giudizio del capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi - che arrivano per di più con colossale ritardo». Tutto il contrario di quanto sostiene il governo e Silvio Berlusconi in primis: «Da quando siamo al governo abbiamo imboccato una linea ben precisa - rimarca - che è quella di non aumentare la pressione fiscale. La cosa fondamentale - conclude infatti - è che si è deciso di stare vicino alle persone».

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