Alle aziende una dote di 10 miliardi
In tempi di crisi come quella attuale non si può certo dire che l'impegno del governo per aiutare il sistema produttivo sia stato solo un atto formale. Con le misure varate dal consiglio dei ministri venerdì scorso il ministro Giulio Tremonti ha impiegato una buona fetta dei 18 miliardi di euro recuperati dall'assestamento di bilancio del 2009. Si tratta a spanne di circa 7-8 miliardi di euro a cui aggiungere gli oltre due miliardi messi a disposizione delle imprese italiane indirettamente, con il bonus rottamazione del decreto legge del febbraio scorso. Sulla misura più attesa dalle aziende che producono beni di investimento, e cioè la detassazione sul 50% degli utili reinvestiti in macchinari, l'esecutivo ha stanziato complessivamente due miliardi di euro. Un volano importante per il comparto che secondo l'associazione potrebbe contabilizzare un incremento del fatturato complessivo di circa 12 miliardi di euro. Fin qui il costo che lo Stato ha messo nel conto rinunciando a parte delle sue imposte. Ma c'è un altro intervento che le aziende aspettavano con ansia e sul quale Palazzo Chigi non ha lesinato risorse economiche. Si tratta dell'accelerazione dei pagamenti dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione. Una massa enorme di denaro che a fronte di prestazioni da parte dei fornitori è rimasta nelle casse degli enti pubblici. Su un tema del genere fortemente sentito soprattutto dalle piccole e medie imprese strozzate dalla crisi di liquidità sono stati messi 5 miliardi di euro. Sono soldi cash e dunque facilmente erogabili ai legittimi creditori. Non quantificabile invece, anche se il beneficio economico è sicuro, la norma portata nel decreto per iniziativa del ministro Claudio Scajola mette a disposizione dei concorrenti dell'Eni e dei consorzi di imprese ad alto consumo di energia, una quantità di metano di circa 5 miliardi di metri cubi a prezzi scontati. A prescindere dal costo finale il risparmio sul conto economico delle aziende coinvolte sarà evidente. Sempre nel settore energia va segnalato lo sblocco di grandi infrastrutture legate al trasporto di energia. Solo per Terna, la società che gestisce le reti elettriche in Italia si tratta di circa 6 miliardi di investimenti pronti a partire e oggi ferme per i veti degli enti locali. Ancora per le imprese vanno segnalate la possibilità ancora solo teorica di elevare la possibilità di fare compensazioni in ambito fiscale fino a 700 mila euro dai 500 mila euro attuali. Ulteriori vantaggi non diretti sono legati agli interventi che sono stati approntati dal governo per evitare che le commissioni di massimo scoperto eliminate alla fine ritornassero in altre forme. Con il decreto, invece, l'ammontare del «corrispettivo omnicomprensivo non può superare lo 0,5% per trimestre dell'importo dell'affidamento a pena di nullità del patto di remunerazione». Sempre in tema bancario, infine, l'intervallo tra la data di versamento e quella di valuta per il beneficiario non potrà superare i tre giorni nel caso di assegni bancari e uno nel caso di bonifici e gli assegni circolari. Tutte azioni che si sommano al decreto incentivi che conteneva le misure per la rottamazione di auto, moto ed elettrodomestici. Era solo il febbraio di quest'anno e Tremonti riusci a mettere sul piatto una dote di circa 2 miliardi. Solo per le imprese. A conti fatti per il sistema produttivo le risorse sfiorano, dunque, i 10 miliardi di euro.