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Pensioni, il Cav apre all'opposizione

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L'ultima fu in quel drammatico per il Milan duello con la Roma di fine maggio, la contestazione dei tifosi rossoneri e San Siro impazzito che si mise a fischiare persino un mostro sacro come Paolo Maldini. Stavolta no. Capita a Pescara, città che da appena due settimane ha un sindaco di centrodestra, in una Regione, l'Abruzzo, divenuta il simbolo della nuova efficienza italica. Succede durante la cerimonia inaugurale dei giochi del Mediteranneo. Lo speaker saluta le autorità in tribuna d'onore. Cita prima il presidente del Senato, Renato Schifani, che viene salutato da un tiepido applauso. Poi nello stadio risuona il nome di Silvio Berlusconi. Partono dei fischi, il pubblico si alza in piedi. C'è una reazione, in tanti battono le mani forte come a voler coprire le contestazione. Lui, il premier, resta seduto. Ride e scherza con i vicini, esorcizza i fischi. Il Cavaliere torna a dividere l'Italia. Quel Berlusconi del 25 aprile, dell'unità nazionale, della nuova unità nazionale sembra appartenere a un'era geologica fa. Sono tornate le miniproteste, quelli (una ventina al massimo) che lo aspettano all'ingresso. Piccoli segnali. Il capo del governo lo sa. Ed è per questo che prova a giocare la sua carta migliore: andare all'attacco, anticipare l'avversario, togliergli la sua arma prima che possa usarla. Il decreto anticrisi, che in realtà va considerato come un decreto anticipa-ripresa, ha questo valore politico. Che a Palazzo Chigi non provano nemmeno a nascondere: «Siamo stati i primi a comprendere la crisi, Berlusconi è stato il primo a rendersi conto della sua entità, e il governo italiano è stato il primo a intervenire». Social card, aiuti alle famiglie, bonus energia. Poi il soccorso alle banche. Accadeva nell'ottobre scorso. E oggi il governo italiano vuole essere il primo a cogliere i primi sussulti di quella che ancora si fa a fatica a definire uscita dal tunnel. Il provvedimento varato poggia infatti su tre pilastri fondamentali. Primo, accellerare i rimborsi dei soldi che la pubblica amministrazione deve ai privati. Secondo, fare in modo che le imprese possano innovare con lo sconto del 50% per chi compra per esempio un nuovo macchinario. Terzo, il bonus a chi non licenzia. I muri maestri sono i vari provvedimenti a sfondo sociale per aiutare chi resta indietro con il soccorso per esempio a chi non ha amortizzatori sociali. Resta fuori un capitolo non secondario. Che è l'equiparazione dell'età pensionabile per uomini e donne. Fuori non significa che sia stato accantonato. Anzi. Non a caso il ministro Brunetta fa saper che il governo se ne occuperà a luglio. E proprio ieri il ministro Sacconi ha invece incontrato il commissario europeo Spidla. Il governo si prepara a riproporre la questione prima alle parti sociali, aprire un dibattito e poi ripresentare la questione in Parlamento. Aprendo così all'opposizione. Niente logica dello scontro, dunque. Al contrario, dialogo a tutto campo soprattutto con quei settori del Pd che vogliono caratterizzarsi per un maggiore riformismo. Tremonti è già al lavoro da settimane.

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