La legge anticipa-ripresa, Berlusconi: "Chiudere la bocca ai pessimisti"

Ottimismo, fiducia e voglia di lasciarsi lo spauracchio della crisi dietro le spalle. Questo è messaggio che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha voluto lanciare agli italiani ieri pomeriggio durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi per spiegare il nuovo decreto anticrisi. Per l'esattezza il secondo dopo quello varato dal governo lo scorso ottobre che come ebbe occasione di dire il premier era «il massimo che si è potuto fare per far fronte alla crisi economica».  Ieri invece sembrava proprio che di crisi non se ne volesse parlare lasciando maggior spazio alla fiducia in un'imminente ripresa. Ecco così presenti nel decreto molti incentivi alle imprese e alle industrie affinché stimolino dei piani di rilancio dell'innovazione e degli investimenti. E così l'invito, esteso anche alle famiglie, è proprio quello di non ostacolare la crescita facendosi coinvolgere da fattori psicologici pessimisti ma è a fare in modo che sia il governo che le organizzazioni internazionali contribuiscano a rilanciare la fiducia. Ecco quindi che se il primo decreto si poneva come obiettivo dare disposizioni immediate al Paese affinché riuscisse a fronteggiare la crisi, ora si è voluto puntare a gettare le basi per il prossimo rilancio dell'economia. A descrivere i caratteri salienti del decreto che conta solo 26 articoli che prevede misure per circa 2 miliardi di euro tra tagli e nuovi prelievi, è proprio l'autore del testo, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, invitato alla conferenza stampa, assieme al collega del Welfare, Maurizio Sacconi, proprio da Berlusconi. Nella logica di incentivare le imprese a non smettere di investire nell'innovazione Tremonti ha spiegato che nel decreto ci sarà «la detassazione degli utili che si reinvestono per l'impresa». Un articolo talmente caro al ministro che per spiegarlo è voluto ricorrere addirittura ad un esempio: «Dato che la detassazione riguarda solo l'acquisto di macchinari, su un'azienda compererà con 100 euro un mezzo funzionale al proprio lavoro l'imponibile sarà calcolato solo su 50 euro, ovvero solo sul 50% del costo del macchinario». Proseguendo poi nella spegazione del decreto è emerso che il governo ha lavorato nella direzione di incentivare le aziende a non licenziare. Così ecco che l'articolo 1 della bozza del decreto, al fine di incentivare la conservazione e la valorizzazione del capitale umano nelle imprese, ipotizza per i lavoratori già destinatari alla cassa integrazione la possibilità di essere utilizzati dall'impresa di appartenenza in progetti di formazione o riqualificazione. Una proposta che, se accolta dalle aziende, porterà «al lavoratore la differenza tra trattamento di sostegno a reddito e retribuzione». Previsti poi anche 190 milioni di euro per aumentare gli assegni legati ai contratti di solidarietà. Ma l'impegno del ministro Tremonti, in accordo con il premier, spinge anche ad aiutare le famiglie. Così ecco che arriva una «riduzione del costo dell'energia per imprese e famiglie». Questo è quanto è scritto nell'articolo 3 della bozza che prevede la riduzione dei costi dell'energia per le imprese e le famiglie. Una riduzione che si dovrebbe ottenere attraverso un complesso meccanismo: in pratica verrebbe chiesto ai grandi produttori di gas di cedere una quota da immettere nel mercato a condizioni stabilite dall'Autorità dell'energia. Previsto anche l'aumento del rimborsi per le obbligazioni Alitalia in mano ai piccoli azionisti pari al 70,97% del valore nominale. Poi l'attenzione di Tremonti si è concentrata sulle banche. Un vecchio cavallo di battaglia che suscita l'ironia di Berlusconi: «Non ce la faccio più... non so cosa devo fare per frenare questa cosa del ministro Tremonti verso le banche». Il decreto in questo caso avrà «un buon impatto non solo per chi ha rapporti con le banche, a partire dalle famiglie, ma anche per il mondo bancario che condivide questo intervento perchè anticipa quello che avrebbero fatto nel mercato». «Noi - ha detto il ministro parlando delle commissioni bancarie - abbiamo deciso di farlo in modo "spintaneo" perchè se si ha un buon rapporto con la banca è interesse della banca stessa. Quindi ecco servito il «cadeau» come lo definisce Tremonti: «Un incremento della svalutazione fiscale dei crediti che entrano in sofferenza, che passa dalla 0,30 allo 0,50%. Non credo che le banche conoscano questa misura, gliela potete segnalare come un cadeau». Da ultimo arriva anche l'annuncio del ministro Sacconi: «Abbiamo deciso di ampliare la platea e di utilizzare le risorse residue per ampliare la fascia di coloro che possono fare richiesta della Social Card, e tuttavia abbiamo constatato che non avevamo bisogno di una norma quindi procederemo nei prossimi giorni in via amministrativa, sentendo gli attori sociali». Per questo non è stata inserita la norma nel decreto legge. Le parole d'ordine sono quindi «ripresa e fiducia» e Berlusconi punta ora tutto su queste tanto da tuonare contro chi invece contribuisce a rilanciare la fiducia. «Dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, e così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell'Europa e del mondo. Dobbiamo fare in modo che gli italiani tornino ai loro stili di vita precedenti perché non non hanno nessun motivo di ridurre i loro consumi».