L'Udc prende le distanze "Non siamo come Silvio"
Stava facendo colazione. Erano da poco trascorse le otto del mattino quando Lorenzo Cesa è andato su tutte le furie. È successo quando gli sono capitati sott'occhio gli articoli del Giornale. Articoli che ricordavano come tra i soci della «sua» Global Media, la srl di cui il segretario dell'Udc era azionista, ci fosse finita, alla fine degli anni Novanta, anche una donna accusata poi, successivamente, di essere una maitresse. Il leader centrista esplode. E non serve a nulla che Silvio Berlusconi in persona provi a metterci una pezza prendendo le distanze dall'articolo pubblicato sul quotidiano di proprietà del fratello Paolo: «Non ho mai condiviso i modi di chi ricorre ai pettegolezzi ed alle chiacchiere di vario genere per insinuare dubbi o gettare discredito nei confronti di qualcuno. Esprimo perciò tutta la mia solidarietà a Lorenzo Cesa». «Se si leggono gli articoli sul Giornale - prosegue il premier - si vede che su Cesa non c'è nulla di nulla ma basta un titolo che fa un nome per criminalizzare una persona e sconvolgere una famiglia. Conosco Cesa, gli sono amico e lo stimo al di là delle differenze politiche». Berlusconi prova a guardare oltre: «Sono stato facile profeta quando ho previsto che l'imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata». Cesa risponde a muso duro. E, fatto inconsueto per un democristiano, sbatte la porta in faccia al premier: «Non ho mai partecipato a festini, né ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal presidente del Consiglio». Berlusconi resta sbigottito tanto da rilanciare una nuova dichiarazione: «Mi dispiace che l'onorevole Cesa non accetti la mia solidarietà. Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni né so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga». Al di là della solidarietà e delle frasi del caso, è chiaro che il botta e risposta avrà ripercussioni politiche. Anche se dalla sede del partito di Casini si tende a tenere distinti i due piani: quello personale e quello politico. Come dire: è vero, Cesa è stato duro; ma questo non pregiudica eventuali trattative. Sullo sfondo c'è la partita delle Regionali dell'anno prossimo visto che l'Udc risulta al momento determinante per la vittoria del Pdl o del Pd in almeno quattro regioni, tra cui il Lazio. Il pressing di Bonaiuti («Basta con la politica dei due forni») ieri proprio sulle colonne del Tempo era emblematico. Anche se i centristi mettono le mani avanti: «Tutto troppo presto, se ne riparlerà a Natale». Natale o Pasqua il punto è che l'Udc ha cambiato tattica. Addio la linea difensiva, si passa all'attacco. Anzitutto Cesa ha spiegato ai suoi: «Non sono Berlusconi. E non voglio essere paragonato a lui. Non c'entro nulla con feste e festini e tanto meno con maitresse e escort. Siamo un'altra cosa. Non ci possono accomunare. O tentare di farlo come ha detto Berlusconi». Distanza, dunque. Prendere distanza dal Pdl. Siamo un'altra cosa, insistono i centristi. Una frase che è diventata un po' la loro parola d'ordine. E non si tratta soltanto di una svolta moralista. Si tratta di marcare una distinzione. Distinzione non solo verso il governo, ma anche verso il lato sinistro della politica. Spiegano fonti dell'Udc vicine al segretario: «Le elezioni ci hanno dato un risultato chiaro. Siamo cresciuti. Gli elettori hanno voluto premiare la nostra, e non solo la nostra, opposizione netta. Dunque, ci incoraggiano a proseguire su questa linea». Il vero punto, è quello che ritengono i centristi, è che il Pdl da un lato e il Pd dall'altro siano in difficoltà: sono loro ad avere i problemi, l'Udc è in salute. C'è poi una questione più squisitamente tattica. Il voto delle Europee ha dato un incremento di voti al partito di Casini che però è anche quello che riscuote la percentuale più bassa di preferenze per i singoli candidati. Ciò significa che, andati via i portatori di tessere e drenatori di consensi, l'elettorato centrista è sempre più d'opinione. Le battaglie di opinione saranno quelle che daranno più frutti. La strada è solo all'inizio.