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I conti con gli ex comunisti facciamoli con la storia, non col gossip

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Noi fiumaroli di ogni età, non essendo di legno, facevamo i cavalieri, offrendo il caffè, il chinotto, la spuma, il maritozzo. Eravamo giovani, aitanti, tanto filoni per quanto morti di fame; eppure Bocca di rosa, giammai a dieta, formosa e non venale, per il suo e il nostro piacere, ci donava, spesso, l'amore. Tuttavia, non ci registrava, non ci ricattava, non batteva e non dibatteva nelle redazioni. A nessuno di noi, d'altra parte, neanche ai fiumaroli con cittadinanza svizzera, venne mai in mente di usare il letto altrui come fionda di fango. Oggi, che il Tevere è di un brutto castano scuro, siamo ammorbati dalle escort - che siano le puttane della Ford? - e dal ping pong sugli «utilizzatori finali» di ieri, oggi, domani. «Corriere della Sera» e «Repubblica» hanno dato il via alla puttanologia come continuazione con altri strumenti della politica e della guerra. Invero, ha prodotto preoccupazione, sdegno e, talora, vergogna, il sospetto, ben al di là del circo mediatico-giudiziario, che sussistano canali di comunicazione privilegiati fra spezzoni dei servizi segreti e noti giornalisti. Certo, alcuni cronisti hanno abusato e quasi estorto interviste, travisandole per giunta, attraverso approcci deontologicamente da brivido («Stai nelle carte, meglio che parli, perché tanto io scriverò egualmente di te»; «Sto scrivendo di lei e forse può essere opportuno che mi chiami»), che, se non sono materia da autorità giudiziaria, potrebbero, però, ben riguardare l'Ordine. Tutto, quindi, spingerebbe all'occhio per occhio, al dente per dente, però è un clamoroso errore di comunicazione, nonché una caduta politica e culturale, mettersi a restituire pan per focaccia, inseguendo ed imitando nel peggio i cattivi maestri. «A bandito bandito e mezzo» fa parte del decalogo da angiporto, anzi da fronte del… porco e non può, quindi, essere seguita da chi dovrebbe, al contrario, distinguersi e sollevarsi tanto in alto da evitare gli schizzi di melma. Purtroppo, il quotidiano «il Giornale», ieri, si è posto a livello del frullatore, cadendoci dentro, avendolo azionato con una storiaccia di dieci anni fa, riferita ad un compromesso erotico tra politici diessini e prostitute apolitiche. In tal maniera, non solo si legittima il can can di portineria mediatica - se lo facciano anche noi, non possiamo mai più prendercela con gli altri -, ma si produce un danno ulteriore a Berlusconi, facendo passare per vere le falsità - Silvio ha organizzato feste, non festini -, edulcorandole con lo zuccherino del così fan tutti. No, Berlusconi non lo ha fatto e non lo fa. Quindi, noi i conti con i post-comunisti li facciamo con la Storia dei loro crimini e la cronaca dei loro errori politici, giammai facendoci trascinare nei separé della res… pubica.

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