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Masi difende Minzolini: "Diamogli tempo"

Minzolini

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Nomine slittate al 9 luglio perché la prossima settimana non ci sarà il Cda, ma ieri il consiglio di amministrazione della Rai ha affrontato la vicenda delle accuse a Augusto Minzolini. Dando mandato al direttore generale Mauro Masi di raccomandare a tutti i direttori di testata il rispetto del pluralismo e della completezza dell'informazione. L'idea è quella di ricordare ai responsabili - e Masi lo farà con un giro di telefonate - che al momento della nomina firmano un documento di «reciproco impegno» che prevede il rispetto della completezza e del pluralismo, principi base del servizio pubblico. Su questo c'è stato l'accordo del Cda alla fine di un dibattito che è nato tra i consiglieri dopo le consuete comunicazioni del presidente Paolo Garimberti. Questa volta le comunicazioni erano dedicate alla cronistoria su quanto accaduto nella vicenda delle polemiche sull'informazione del Tg1 con una ricostruzione dettagliata. Della vicenda infatti si era già iniziato a parlare nella scorsa seduta del Cda, poi c'e stata una prima telefonata tra Garimberti e il direttore Augusto Minzolini venerdì, alla quale è seguito poi un'incontro lunedì. Mauro Masi ha comunque difeso il reponsabile del Tg1, spiegando che Minzolini sta facendo uno sforzo importante per fare un tg moderno e di servizio pubblico e che è meno di un mese che lo stesso è alla guida del Tg1 e quindi è necessario dargli tempo. Soddisfazione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che «ha apprezzato e valutato positivamente l'iniziativa del presidente e del Cda di richiamare i direttori di testata al rispetto del pluralismo e della completezza dell'informazione». Le nomine sono così slittate al 9 luglio, alla prossima riunione del Cda, e solo dopo ci sarà in Commissione di vigilanza l'audizione del direttore del Tg1, in modo da consentire alla commissione di sentire, da prassi, tutti i nuovi direttori di testate e reti. Il presidente della bicamerale, Sergio Zavoli, ha sollecitato il Cda della Rai a completare «tempestivamente l'affidamento degli incarichi scoperti in ogni ambito, intanto, dell'informazione», spiegando che in ufficio di presidenza è stato deciso, «non appena completato il quadro delle nomine», di avviare «una serie di confronti con tutte le testate, a cominciare dal Tg1». Per l'audizione immediata di Minzolini si erano schierati il Partito democratico e l'Italia dei Valori, con l'appoggio dell'Udc. Contraria la maggioranza, con Popolo della libertà e Lega. Per Pancho Pardi «il caso del Tg1, che ha un nuovo direttore da pochi giorni, è davvero eclatante e, se se ne è accorto addirittura il cda Rai, a maggioranza di centrodestra, vuol dire che il neodirettore Minzolini ha superato davvero ogni limite». Per il Pd il «caso Minzolini non è archiviato», ma Davide Caparini della Lega replica: è stato solo una «bolla di sapone».

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