Nuova bufera giudiziaria sul Policlinico Umberto I
Era l'estate del 1998 quando il Policlinico Umberto I fu messo sotto sequestro. Decine e decine di avvisi di garanzia, centinaia e centinaia di violazioni igienico-sanitarie e inosservanza delle norme di sicurezza. Tutti urlarono a gran voce, dai vertici dell'ospedale più grande della Capitale, ai Ministri e ai politici di destra e sinistra, che quel provvedimento era necessario per poterlo rilanciare e per ridurre così i tempi per attuare un piano di ristrutturazione. Sono passati ben undici anni e sembra che sia cambiato ben poco, che ci si stia riavvicinando a quel luglio del '98: già oltre venti indagati e ancora accuse sui lavori di rifacimento del tunnel della vergona, lunghi ben due chilometri, sugli appalti, sui bilanci, sul conferimento e sulla gestione di incarichi. La procura di Roma ha dunque riavviato una serie di indagini, che per ora hanno portato all'iscrizione sul «modello 21», il registro degli indagati, anche del direttore generale del nosocomio, Ubaldo Montaguti, di due suoi collaboratori e della società affidataria dell'appalto, quella che il dg ha definito «un'azienda che ha praticato il prezzo più basso con la migliore qualità progettuale». Non solo. La nuova inchiesta avviata dal procuratore romano Maria Cordova fa riferimento, oltre che sui lavori dei sotterranei, anche sull'assegnazione degli incarichi e degli appalti all'universtà «La Sapienza», nonché sui bilanci dell'ateneo più grande d'Europa dal 2000 ad oggi e sui cantieri aperti tra i 46 padiglioni del Policlinico Umberto I. Frode, falso, abuso d'ufficio i principali reati contestati, a seconda delle posizioni processuali, nell'ambito delle diverse tranche di questa maxi inchiesta agli oltre venti indagati. Per quanto riguarda le gallerie dell'ipogeo, la Guardia di Finanza ha consegnato al magistrato una serie di foto del degrado scattate nei chilometri di tunnel. Il procuratore, comunque, è in attesa di ricevere una relazione più completa sull'ispezione delegata e già svolta dalle stesse Fiamme Gialle. Il fascicolo processuale è stato aperto due anni fa, quando in procura arrivarono una serie di esposti che un aspirante docente de «La Sapienza» presentò in merito a presunte irregolarità. Anche un sindacato autonomo presentò denunce sempre in merito ad altre presunte irregolarità nell'affidamento degli incarichi per le opere di edilizia universitaria, affidamenti delle progettazioni, preliminari e definitive, e degli appalti dei lavori a imprese legate a docenti. Le iscrizioni degli indagati di questi giorni, dunque, saranno probabilmente le prime di una lunga serie, poiché il magistrato ha intenzione di avviare una serie di interrogatori di persone informate sui fatti e degli stessi indagati, tra i quali lo stesso direttore generale Montaguti: tutti in quell'occasione dovranno respingere le accuse ipotizzate dalla procura. L'indagine, quindi, mira a verificare cosa è stato previsto nel capitolato d'appalto, quali lavori sono stati eseguiti, se le opere realizzate corrispondono a quelle previste negli accordi tra ospedale e imprese. Per accertare, tra l'altro, se nella ristrutturazione delle lunghissime gallerie ipogee siano state commesse irregolarità. L'iscrizione sul registro degli indagati del dg Montaguti non riguarderebbe, comunque, la ristrutturazione dei tunnel della vergogna, ma uno degli altri filoni d'indagine che ha fatto finire nei guai una ventina di persone. E mentre la magistratura romana porta avanti le indagini sul più grande nosocomio d'Europa, contemporaneamente lo stesso ospedale è in attesa che venga dato il via libera da un'apposita conferenza dei servizi con la sovrintendenza ai Beni architettonici per realizzare la ristrutturazione complessiva del Policlinico: l'azienda ha già ottenuto l'ok dalla Regione Lazio e dal ministero della Salute. Tra gli obiettivi del progetto, quelli di abbattere i vecchi edifici per ricostruirne dei nuovi, razionalizzare gli spazi, riqualificare le strutture a maggiore valenza «storica». Il piano in attesa del via libera sarà composto da due fasi. La prima, che è stata già finanziata con 143 milioni, prevede la demolizione dei tre padiglioni (IV, V e VI) che ora ospitano per lo più uffici e il palazzetto dell'Economato. Se la tabella di marcia auspicata sarà rispettata, i lavori partiranno entro l'anno e termineranno entro il 2012. La seconda parte dei lavori, invece, ancora da finanziare, prevede la demolizione di altri tre vecchi padiglioni (I, II e III) che adesso ospitano degenze e la costruzione di una nuova struttura da 400 posti letto, dove verrà localizzato anche il pronto soccorso. «Ristrutturare il Policlinico Umberto I - ha dichiarato il responsabile dell'area tecnica dell'ospedale Raffaela Bucci - equivale a ripensare l'architettura di un intero un quartiere. Da un punto di vista urbanistico, infatti, esso è assimilabile più a un grande quartiere di Roma che a un nosocomio: ci sono ben 46 edifici ubicati all'interno delle mura umbertine e più otto strutture esterne». Un lavoro che andrà avanti contemporaneamente alle indagini della Guardia di Finanza che nei prossimi giorni consegnerà nuova documentazione, che non è escluso che porterà il magistrato a emettere nuovi avvisi di garanzia, anche nei confronti di chi in questi anni ha ricoperto cariche istituzionali.