"Hanno pagato la D'Addario"
La prima volta che ne parla così apertamente. Che esprime la sua opinione sull'inchiesta pugliese, sulla "escort" Patrizia D'Addario, sulla moglie, sui suoi figli. «Dietro l'inchiesta di Bari c'è qualcuno che ha dato un mandato molto preciso e retribuito benissimo a questa signora D'Addario». Silvio Berlusconi esce allo scoperto e attacca. Entrando per la prima volta nel merito delle indagini avviate dalla procura del capoluogo pugliese. E tentare così, una volta per tutte, di seppellire la vicenda di feste e signorine al centro delle polemiche politiche ormai da settimane. Una lunga chiacchierata, quasi un bilancio a mente fredda. Non sull'attività del governo, o sulle prossime scadenze della maggioranza. Ma sulle chiacchiere riguardo a feste, ragazze, fotografie, e regali che da due mesi a questa parte tengono banco nei palazzi della politica. Sceglie il settimanale Chi, edito dalla Mondadori, per fornire la sua versione dei fatti. «Non ho mai pagato una donna. Non ho mai capito che soddisfazione ci sia se non c'è il piacere della conquista», spiega il Cavaliere. «Non si era reso conto che potesse essere una prostituta d'alto bordo che voleva tenderle una trappola?» domanda il direttore del settimanale Alfonso Signorini. «Se sospettassi di una persona una cosa del genere, le starei lontano mille miglia», risponde Berlusconi. Le anticipazioni dell'intervista, concessa nel fine settimana, escono proprio mentre è in corso a Palazzo Chigi una delicata conferenza stampa con il premier israeliano Banjamin Netanyahu. Inchiesta, gossip e media - Il presidente del Consiglio parla di tutto. Si difende dai tanti attacchi ricevuti nelle ultime settimane. Facendo intravedere quella "politica del fare" a cui tiene tanto e che d'ora in poi tornerà a caratterizzare l'agire del governo. Prima però, un ultimo commento alle vicende baresi. Il premier nell'intervista a Chi fa riferimento a 360 gradi a tutta l'inchiesta. Da Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore al centro delle indagini («Sono un garantista e per questo sospendo ogni giudizio»), alla polemica sulle perquisizioni e il ruolo dei servizi segreti («Penso che i servizi segreti siano stati occupati in cose più serie delle foto di Zappadu»), fino ad arrivare alle eventuali "scuse" più volte richieste dall'opposizione («Non c'è nulla nella mia vita privata di cui io mi debba scusare»). C'è n'è anche per i media, con le paginate intere dedicate a foto, intercettazioni, "racconti fantomatici" e "personaggi discutibili". «Sono in tanti, dagli editori ai direttori dei principali quotidiani italiani, che debbono vergognarsi e che dovrebbero scusarsi con me. Ma non lo faranno certo. Perderanno credibilità e lettori», attacca il premier. L'amore e i figli - Capitolo a parte, Veronica Lario e i figli, incluso l'affrontare per la prima volta l'argomento della separazione. «È stata una ferita molto dolorosa. Non so se il tempo potrà rimarginarla. Quello che è certo è che la nostra è stata una grande storia d'amore. E le vere storie d'amore non si cancellano mai. Sono sereno. Sono triste, ma sereno», ammette Berlusconi. Al settimanale Mondadori, il presidente del Consiglio parla anche, del «rapporto con i figli dopo l'inchiesta di Bari»: «Il dolore per il fango che hanno provato a gettarci addosso ci ha unito ancora di più. La risposta di tutti i miei figli di fronte alle incredibili affermazioni del leader dell'opposizione (Franceschini: «Fareste educare mai i vostri figli da Berlusconi?», ndr) è stata per me la più grande gioia da molto tempo a questa parte». La politica del fare - Il ritorno nella Capitale è stato di quelli davvero impegnativi. Una giornata piena di appuntamenti di partito, e di governo. In mattinata, nella sua residenza ufficio a Palazzo Grazioli ha riunito i capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Italo Bocchino e Gaetano Quagliariello. Obiettivo proprio fare il punto sull'attività legislativa delle prossime settimane. Senza dimenticare la partita dei ballottaggi appena chiusa, portando a casa «una grande vittoria». Berlusconi ne approfitta per lanciare qualche affondo: «Se questa per l'opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così». Dopodichè, comincia a snocciolare i numeri elettorali: il centrodestra ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Mentre «il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata». Poche parole che suonano chiaramente come una replica "pungente" alle dichiarazioni post-voto del leader del Pd Dario Franceschini, che ha parlato di «destra in declino».