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Famiglia Cristiana: "Emergenza morale"

Sacconi

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Non è certo una novità. Famiglia Cristiana, il settimanale di ispirazione cattolica, fondato nel 1931 da beato Giacomo Alberione, torna ad attaccare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e lo fa con un articolo del direttore don Antonio Sciortino: «A tutto c'è un limite. Quel limite di decenza è stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conseguenze». Un pezzo pubblicato sul settimanale cattolico nel quale si cerca di dare risposte alle domande di alcuni lettori indignati per quanto viene scritto in questi giorni dai media riguardo alla vita privata del premier. A Berlusconi, però, il direttore Sciortino, riconosce il beneficio del dubbio, con le parole «ammesso che sia vero». Una premessa che, al tempo stesso, anticipa delle considerazioni decisamente più severe. Così il religioso paolino cita a sostegno della sua intransigenza le parole pronunciate dal Papa sabato scorso in ricordo di Alcide De Gasperi, indicato come modello per onestà morale e lungimiranza politica. Passa poi al vescovo di Lanciano, Carlo Ghidelli, che sul Corriere della Sera ha chiesto al premier di chiarire la sua posizione, all'articolo di Avvenire sulla stessa linea e infine all'economista cattolico Riccardo Moro che in un'intervento sul Sir ha preso le difese dei giornali definiti "spazzatura" da Berlusconi. Il tutto con il corredo di nove lettere di altrettanti lettori, a cominciare da Francesca che afferma: «Il silenzio delle gerarchie ci lascia molto confusi, e finisce col farci credere che alla Chiesa stia bene una simile situazione. Ma non è così». «Sull'operato del presidente del Consiglio - afferma don Sciortino - oggi fanno riflettere certi silenzi "pesanti", anche all'interno della stessa maggioranza. La Chiesa, però, non può abdicare alla sua missione e ignorare l'emergenza morale nella vita pubblica del Paese. Nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perchè non intervenga e taccia». E se il direttore denuncia il silenzio della maggioranza, ecco che nel pomeriggio le dichiarazioni a favore di Berlusconi si sono rapidamente susseguite. Tra i primi si è schierato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Il direttore di Famiglia Cristiana è molto tempestivo nell'esprimere sentenze definitive sull'etica privata. Per fortuna la Chiesa è altra cosa e normalmente non esprime giudizi sommari sulle persone». Poi si è espresso anche Francesco Giro, sottosegretario ai Beni e alle attività culturali, che liquida il discorso in poche parole: «Famiglia Cristiana? inutile parlarne. Non è mica la Bibbia» e la collega sottosegratario al Welfare definisce gli attacchi al premier come dettati da «odio ideologico» più che dalla «carità cristiana». «Lo stile di vita invernale ed estivo di Don Sciortino è tale che difficilmente può impartire lezioni di morale a chicchessia. Già è stato smentito più volte da chi aveva l'autorità morale per farlo. Si rassegni a subire altre smentite. Noi, invece, faremo a meno delle sue lezioncine», dichiara il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e il suo vice, Gaetano Quagliariello, rincara la dose: «Don Sciortino ci aveva abituato a una certa superficialità d'analisi condita da pregiudizio ideologico, ma dovrebbe sapere che a furia di sostituire il moralismo alla morale si rischia di fare la fine dei farisei».

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